Diocesi: Taranto, la chiesa dedicata ai Santi Medici torna a essere luogo di culto. Don Ferro, “espressione di fede popolare”

Questa sera la chiesa dedicata ai Santi Medici, nella città vecchia di Taranto (santuario che le cronache riportano esistere già nel 1379), tornerà a essere luogo di culto in pianta stabile e rientrerà nel circuito delle chiese della stessa città vecchia (cattedrale di San Cataldo, San Giuseppe, San Domenico, Sant’Agostino, Sant’Anna, Madonna della salute). L’edificio di culto era chiuso dal 1997. Per rendere omaggio alla riapertura, voluta dall’arcivescovo della diocesi ionica mons. Filippo Santoro e dal parroco della cattedrale don Emanuele Ferro, questo pomeriggio giungeranno, simbolicamente dal mare, su un’imbarcazione della Capitaneria di Porto, le reliquie dei due fratelli medici, provenienti dal santuario di San Cosimo “alla Macchia”, poco fuori dall’abitato di Oria, nel brindisino. Per la riapertura del piccolo santuario diocesano, insieme al Comune di Taranto e all’azienda di igiene urbana, si sono attivati gli abitanti della zona e la confraternita omonima. La festa dei Santi Medici è molto sentita a Taranto. Nella processione annuale, migliaia di persone si radunano dietro alla statua con i ceri, per chiedere grazie o ringraziare per averle ricevute. Un tempo la chiesetta era tappezzata di ex voto, biglietti di ringraziamento, targhe e fotografie.
“Tantissimi – spiega don Emanuele Ferro – mi dicono che qui hanno ricevuto un miracolo. E anche il fatto che negli anni sia sopravvissuta a una serie di depredazioni e atti vandalismo è in fondo un piccolo miracolo. Molti ex voto non ci sono più, tutti gli altri li riappenderemo nei giorni di festa. La chiesetta dei Santissimi Medici è proprio espressione del popolo, della storia dei pescatori dell’isola e se si vuole rintracciare una traccia della tarantinità, delle nostre radici, forse è ancora lì che va cercata. Nel modo di fare, di pensare, di agire della gente di quella zona”.

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