Scuola: mons. Aiello (Avellino), “se riapre c’è ancora pane, ancora luce, ancora speranza”

Quella di quest’anno “non è una riapertura qualsiasi, un qualsivoglia trillo di campanello che annunci l’inizio della prima ora del primo giorno di scuola, ma un evento memorabile da guardare con simpatia ed apprensione”. Ma “la paura non può ritardare il desiderato primo campanello perché temiamo che il cratere dell’ignoranza possa mietere più vittime e avere conseguenze nefaste più di quante non ne porti con sé il Covid-19”. È quanto scrive mons. Arturo Aiello, vescovo di Avellino, in una lettera inviata agli alunni, famiglie ed operatori scolastici in occasione dell’apertura della Scuola in Irpinia. “La pandemia, non ancora debellata, ha fermato il mondo nei suoi gangli vitali, ha stoppato l’industria, il lavoro, l’economia, ha chiuso la scuola, le chiese. Da mesi tentiamo di riprendere la vita nei suoi aspetti fondamentali, permane la paura del contagio, ma, a piccoli passi, riconquistiamo terreno, guadagniamo postazioni come in una guerra di resistenza” scrive il vescovo. “Più importante della riapertura dei mercati e delle Borse, più vitale delle votazioni regionali appena espletate, la Scuola che riapre diventa luogo per diventare uomini e donne, cantiere in cui si declina la democrazia e si impara l’arte di apprendere e di insegnare, di ascoltare e di parlare, recinto sacro dove si apprende a socializzare e ad essere squadra, ad essere classi di compagni che cercano insieme e interrogano i grandi della storia, della letteratura, del sapere scientifico”. Per il vescovo, infatti, “diventa corto il respiro di una nazione dove non si faccia scuola, affannoso il cammino dell’uomo dove non ci sia nulla da insegnare e da apprendere, pericoloso il futuro di un popolo che non abbia tempo di coltura e di cultura”. Da qui l’appello “a lavorare di più” lanciato a insegnanti ed alunni. “La nazione intera guarda, in questo difficile momento, alla Scuola come ad una occasione insostituibile per continuare la costruzione dell’uomo e della pòlis. Tutti sappiamo che è un rischio riaprire, ma tutti applaudiamo e facciamo il tifo per la scuola italiana che ha più valore della Banca centrale o dell’Inps, del Parlamento o del Quirinale, di Palazzo Chigi o del Senato”. “Il futuro – annota mons. Aiello – si scrive sui banchi di scuola più di quanto non accada nei Parlamenti o nei sotterranei dove si sperimentano nuove invenzioni. La scuola che riapre è un seme che marcisce in un solco e diventa spiga dorata. Se riapre la scuola c’è ancora pane, ancora luce, ancora speranza”.

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