Germania: assemblea vescovi. Mons. Bätzing (presidente), confronto sulla “crisi colossale in cui si trova la nostra Chiesa”

Oltre al tema del risarcimento delle vittime degli abusi nella Chiesa, tre temi hanno occupato la maggior parte dei lavori dell’assemblea plenaria dei vescovi tedeschi, secondo quanto riferito dal presidente mons. Georg Bätzing nella conferenza stampa conclusiva: un confronto su come affrontare, nel contesto del Cammino sinodale che la Chiesa tedesca sta vivendo, le “diversità di opinioni e a volte anche i contrasti” che emergono tra i vescovi. Sul tavolo alcune domande di fondo: “come tenere al centro il Vangelo? Fino a che punto il magistero è aperto a ulteriori sviluppi?”, ha esemplificato mons. Bätzing. Serve che la dimensione spirituale del cammino sinodale sia più “proattiva e presente”, serve forse che ci siano dei “teologi indipendenti” che seguono il cammino e aiutino a comprendere i nodi delle questioni. Sul tavolo a Fulda, poi, un primo confronto su quella che Bätzing ha definito la “crisi colossale in cui si trova la nostra Chiesa”, che nel 2019 ha persone 272.771 cattolici, che l’hanno volontariamente lasciata. Guardando alle possibili cause che “dipendono dalla Chiesa” e a quanto “non è influenzabile” perché legato a evoluzioni sociologiche, i vescovi torneranno a riflettere sul tema nella prossima plenaria, per identificare “prospettive pastorali alla luce di quello che possiamo cambiare”.
Altro tema caldo, il documento del Gruppo di lavoro ecumenico cattolico-evangelico (Öak) “Insieme alla mensa del Signore” a cui la Congregazione della dottrina della fede ha risposto con una serie di osservazioni critiche. Bätzing – e i vescovi – hanno deciso che sarà la Commissione ecumenica della Dbk per un verso e lo stesso Gruppo di lavoro ecumenico a rispondere a Roma, ma ha ricordato che la Chiesa cattolica (e il documento) ritiene che sarà “la piena comunione ecclesiale a darà la possibilità della piena condivisione eucaristica”. È stata l’ultima plenaria del segretario generale, il gesuita Hans Langhendorfer, che il 7 gennaio lascerà l’incarico dopo 25 anni di servizio. A marzo i vescovi “eleggeranno colei o colui che gli succederà”, ha ricordato lo stesso padre Langendörfer.

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