Proteste ad Hong Kong: card. Tong (amm. apostolico), no a divisione della Chiesa. “Trattare gli altri come nemici non coerente con fede cristiana”

“Trattare gli altri come nemici da odiare e contro cui combattere, non è coerente con la fede cristiana. L’insegnamento sociale della Chiesa non ha mai sostenuto l’odio e la violenza come mezzi per ottenere giustizia”. “Qualunque siano i conflitti da risolvere, l’amore, il perdono e la riconciliazione devono sempre prevalere, se si vogliono ottenere giustizia e pace. Il fine non giustifica i mezzi”. Si intitola “In comunione con la Chiesa”, la lettera pastorale che il card. John Tong, amministratore apostolico di Hong Kong, ha rivolto alla diocesi. Il testo – pubblicato integralmente sulla prima pagina del settimanale diocesano “Sunday Examiner” – è dedicato alle proteste in favore della democrazia e contro l’approvazione della legge sulla “sicurezza nazionale” che vanno avanti da più di un anno a Hong Kong. Negli ultimi giorni le persone sono di nuovo tornate per strada per manifestare contro la decisione del governo di posticipare di un anno le elezioni legislative, che si sarebbero dovute tenere domenica 6 settembre. Ed è di oggi la notizia che l’attivista di Hong Kong Joshua Wong, tra i leader dell’opposizione al governo locale espressione di Pechino, è stato arrestato con l’accusa di “assembramento illegale”. Lo ha reso noto il suo avvocato. Nella lettera alla diocesi, il cardinale ribadisce che “la Chiesa sostiene la democrazia come sistema di governo” e che “l’opinione pubblica è pienamente giustificata nell’aspettarsi che il governo locale agisca prontamente per rispondere alle sue aspirazioni di giustizia, democrazia e una qualità della vita più dignitosa”. Ma, aggiunge, le manifestazioni e i disordini sociali hanno portato – anche all’interno della comunità cattolica di Hong Kong – “alcune gravi conseguenze”. “Una di queste è l ‘odio nei confronti di coloro che non condividono le proprie posizioni o non appoggiano le proprie azioni rispetto alle riforme socio-politiche”. L’altra è “una crescente convinzione tra la nostra popolazione che non ci siano più speranze né prospettive per la società di Hong Kong in futuro. Nella Lettera, il cardinale prende di mira soprattutto quel clima di tensione e divisione che si registra in diocesi e tra i cattolici. Il cardinale cita testualmente l’uso di parole di condanna e calunnia, il rifiuto di ogni possibilità di dialogo, l’utilizzo sui social media di linguaggi “offensivi e diffamatori contro chi la pensa in maniera diversa” e non nega che ciò avvenga anche “tra dirigenti, sacerdoti, diaconi o altri membri della Chiesa”. Da qui l’invito ai cattolici di Hong Kong ad essere “sale della terra” e “luce del mondo” perché solo così si può “contribuire alla costruzione di una società di pace, giustizia e fraternità”. “Naturalmente – conclude Tong –, ci saranno punti di vista diversi anche tra i fedeli, visto che le questioni sociali e politiche sono spesso complesse e non ammettono risposte semplici o pronte. Tuttavia, i differenti punti di vista non devono lasciare il posto a una divisione nella Chiesa”.

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