Parlamento Ue: Milano e l’Europa, sondaggio tra i cittadini. Ok al mercato comune, ma serve maggiore integrazione tra gli Stati

I milanesi ritengono che l’Unione europea abbia avuto un impatto positivo sulle loro vite e in particolare rispetto alla libera circolazione, mercato comune e difesa dei consumatori. Questo emerge dalle risposte che 1.253 i milanesi hanno dato al sondaggio proposto dall’Ufficio del Parlamento europeo a Milano nella prima settimana di settembre sulla rilevanza dell’Ue nella vita dei cittadini del capoluogo lombardo. Si chiede però un di più all’Europa, in particolare per imprese e occupazione, ricerca, istruzione e sanità, sebbene il 68% circa di coloro che hanno risposto abbia dato un giudizio superiore alla sufficienza a come l’Unione ha gestito l’emergenza Covid-19. In una presentazione on line dei risultati del sondaggio oggi, ed esprimendo le proprie attese rispetto al discorso sullo stato dell’Unione che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen terrà a Bruxelles il 16 settembre, Eleonora Evi (Movimento 5 Stelle – Gruppo Non iscritti) ha chiesto “più ambizione sulla lotta alla crisi climatica” e “leale cooperazione per una maggiore integrazione” a partire, ad esempio da una revisione delle regole del Patto di stabilità e crescita. Per Pierfrancesco Majorino (Partito democratico – Gruppo S&D) iniziative come il sondaggio sono importanti perché “c’è bisogno di togliere l’Europa dal sequestro burocratico e istituzionale” in cui è intrappolata, perché l’Europa ha senso solo se coinvolge i cittadini. Anche secondo Majorino occorre “mettere fine alla stagione dell’austerità” perché quello che sta avvenendo richiede un di più di Europa.
Per Silvia Sardone (Lega – Gruppo Identità e democrazia) il sondaggio mostra che “le aspettative dei cittadini sono sempre alte rispetto all’Ue” anche se nella gestione Covid “l’Ue non ha saputo essere all’altezza, comportandosi più come insieme di Stati che come una vera Unione”. Massimo Gaudina, capo della rappresentanza Ue a Milano, ha incoraggiato a “comunicare meglio quello che l’Europa ha fatto”, e ha annunciato che – nello spirito della semplificazione – dal 2021 spariranno sigle o targhe come Pon, Por, Feasr, là dove sul territorio l’Ue interviene a finanziare progetti, ma ci sarà solo la bandiera a dodici stelle.

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