Colombia: è di almeno 10 morti il bilancio di due giorni di proteste e violenze a Bogotá. Onu denuncia “uso eccessivo della forza”

(Foto: ANSA/SIR)

Dopo il drammatico bilancio delle proteste di mercoledì scorso, represse dai reparti speciali della Polizia (Esmad), con dieci morti accertati (13 secondo altre fonti) a Bogotá e nell’hinterland della capitale colombiana, anche ieri non sono mancate manifestazioni, in una città blindata, pur senza ripetere il sanguinoso andamento di 24 ore prima. Non ci sarà per il momento, però, il coprifuoco. Roventi le polemiche in Colombia per quanto accaduto. La rabbia della gente è stata originata dall’uccisione di Javier Ordóñez, un avvocato di 44 anni, da parte della Polizia, con una pistola taser.
Secondo fonti Sir, le forze dell’ordine hanno represso manifestazioni pacifiche, anche sparando. Al tempo stesso, soprattutto in periferia, non sono mancati numerosi e gravi atti di violenza e vandalismo, soprattutto dopo che la rabbia è degenerata. Così 40 comandi di polizia nei quartieri (Cai), qualche ora prima pieni di giovani arrestati e talvolta picchiati, sono stati bruciati da gruppi di manifestanti; anche molti autobus del servizio metropolitano Transmilenio sono stati dati alle fiamme o sequestrati. Tra le vittime anche alcuni giovani, uno di 17 e una ragazza di 18. Circa 400 i feriti, 209 civili e 194 agenti di polizia, tra questi 66 a causa di colpi d’arma da fuoco, 12 di armi bianche. “È stato un giorno di autentico massacro”, ha detto in televisione la sindaca Claudia López. L’Onu di Ginevra ha denunciato un “uso eccessivo della forza” da parte degli agenti. Le organizzazioni sociali denunciano anche arresti ingiustificati di difensori di diritti umani, come Lizeth Orozco nel quartiere di Perdomo.
Intanto, continua a essere consistente la diffusione della pandemia di Covid-19, che anche ieri ha registrato quasi ottomila nuovi casi e circa 300 morti in tutto il Paese.

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