Coronavirus Covid-19: card. Comastri, “invochiamo la Madonna perché ci liberi dall’epidemia che sta dilagando in Italia e nel mondo”

“Nei momenti di pericolo si corre subito dalla mamma. Ci si sente protetti, ci si sente sicuri”. Il card. Angelo Comastri, arciprete della basilica di San Pietro e vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, ha introdotto così la preghiera mariana dell’Angelus, che da ieri, per una settimana, guida, dalla basilica vaticana, in diretta streaming su Vatican news. “In questo pericolo di grande paura – l’invito del cardinale – invochiamo la Madonna, affinché ci ottenga la grazia di essere liberati dall’epidemia che sta dilagando in Italia e nel mondo”. Poi la preghiera del Rosario, con i Misteri della Luce. “Giovanni – ha detto Comastri commentando il primo Mistero della Luce – invita la gente a convertirsi per raddrizzare i sentieri del cuore e vivere i Comandamenti, che sono la segnaletica della vera libertà e della vera felicità. Mentre Giovanni sta predicando, vede Gesù e lo riconosce: ‘Ecco l’Agnello di Dio, colui che toglie i peccati del mondo’”. “È’ la più bella definizione di Gesù”, ha commentato il cardinale: “L’agnello innocente che prende su di sé i nostri peccati e vince con l’onnipotenza dell’amore, che è la vera onnipotenza di Dio”. Il secondo Mistero della Luce narra di un pranzo di nozze a Cana di Galilea: “Gesù è presente – ha affermato Comastri – per ricordarci chiaramente che la famiglia è un progetto di Dio, è un’invenzione di Dio, è sacra, è uno specchio di Dio”. “Ma durante il pranzo di nozze accade qualcosa di strano”, ha proseguito il porporato: “Sugli occhi degli sposi si vede un velo di preoccupazione, ma se ne accorge solo la Madonna. Gesù fa notare che non è giunta la sua ora, ma la Madonna non si scoraggia. E Gesù cede alla preghiera di Maria e fa il miracolo”. “Anche noi, in questo momento, preghiamo con tanta fiducia la Madonna”, l’invito: “Ci manca il vino, ci manca la salute, ci manca il coraggio. Intervieni tu, con il tuo coraggio”. Il terzo Mistero della Luce ci mostra “Gesù mentre cammina sulle strade della Palestina e pronuncia parole mai udite, che conservano dopo duemila anni la loro giovinezza”. “Che bello riascoltare le Beatitudini”, ha esclamato Comastri, rileggendole una per una: “Beati i poveri, beati i miti: non i prepotenti, non gli arroganti, perché domineranno la terra. Beati i misericordiosi, non gli egoisti, perché avranno misericordia. Beati i puri di cuore e non quelli che nuotano nel fango, perché solo la purezza rende possibile l’amore. Beati gli operatori e non chi semina discordia, rivalità, perfino la guerra, perché saranno chiamati figli di Dio”. Infine, l’ultima Beatitudine: “Beati voi, quando vi perseguiteranno…”. “Napoleone, nell’esilio di Sant’ Elena – ha ricordato il cardinale – ebbe coraggio di dire che questa beatitudine la poteva pronunciare solo chi è padrone della storia. Ed è vero”. Il quarto Mistero della Luce ci porta sul Monte Tabor, dove “Gesù sale sul monte insieme a Pietro, Giacomo e Giovanni e improvvisamente fa vedere agli apostoli lo splendore della sua divinità”. Gesù, ha spiegato il porporato, fa questo “perché sei giorni prima aveva detto agli apostoli: ‘Andiamo a Gerusalemme, a Gerusalemme soffrirò, sarò croficisso, morirò, ma poi risorgerò”. Pietro, in quell’occasione, “non aveva sentito ‘risorgero’; aveva sentito soltanto ‘sarò condannato, sarò crocifisso’. E Gesù rimprovera Pietro: ‘Tu pensi secondo Satana, tu pensi che l’arroganza, la prepotenza vince. No, vince l’amore, vince la bontà, perché Dio è bontà infinita”. Il quinto Mistero della Luce ci porta, infine, nel Cenacolo. “Gesù – ha fatto notare Comastri – prima di lasciare questo mondo ci ha fatto un regalo stupendo che non capiremo mai abbastanza per il suo valore. Ci ha donato la Messa, ci ha donato l’Eucaristia. Mentre attorno a Gesù si respirava aria di tradimento, di rinnegamento e tutti gli apostoli stavano per scappare e l’avrebbero lasciato solo, Gesù ci ha donato l’Eucaristia per rendere possibile il comandamento dell’amore, che ci distingue da tutti: solo noi cristiani abbiamo questo comandamento. Nell’Eucaristia avviene, se abbiamo fede, una vera trasfusione di amore divino”. Infine, le litanie lauretane, per invocare l’intercessione di Maria in questo momento così difficile.

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