Natale 2020: mons. Lovignana (Aosta), “restrizioni esteriori e la sobrietà della festa invitano a mettere a fuoco l’essenziale”

“Quest’anno siamo portati dritti al cuore dell’evento che celebriamo. Le restrizioni esteriori, la sofferenza, la paura, la solitudine che saranno compagne di tanti di noi, la sobrietà della festa e della stessa Liturgia ci invitano a mettere a fuoco l’essenziale: Dio si è fatto uomo. Il Natale annuncia questo!”. Si apre con queste parole il messaggio di Natale del vescovo di Aosta, mons. Franco Lovignana.
Nell’imminenza delle feste natalizie, il vescovo suggerisce a tutti i fedeli due propositi. “Innanzitutto – scrive – rinnovare e rafforzare la fede in ciò che è umanamente inaudito, che un Dio si faccia uomo”. “Non abbiamo paura di confessare la nostra fede – esorta mons. Lovignana – nella preghiera umile e confidente davanti al presepe, ma anche in una testimonianza coraggiosa, fuori dagli schemi mondani di una cultura che vorrebbe omologare il cristianesimo sul registro del fare cose buone (peraltro ristrette a quelle politicamente corrette)”. “Il secondo proposito – prosegue – è riconoscere e servire Gesù in tutti coloro che lo rendono presente nel suo mistero di povertà, sofferenza e ingiusta oppressione”.
Il vescovo rivolge poi un pensiero a “coloro che non credono e che pure sentono il fascino del Natale”: “Vorrei innanzitutto augurare di poter gustare in questi giorni la gioia dell’amore in famiglia, dell’amicizia delle persone che vi stanno a cuore e anche di una relazione aperta e solidale con tutti”. “Sono certo che – aggiunge mons. Lovignana – dentro alla tenerezza di relazioni buone, rispettose, cordiali è presente anche lo Spirito del Signore, senza nulla togliere alla vostra libertà e anche senza imporsi alla vostra percezione”. Nella consapevolezza che i cristiani sanno di “non essere perfetti e di essere segnati da fragilità e peccato”, il vescovo chiede “di guardare con simpatia e senza pregiudizi alla comunità cristiana”, “al bene, al tanto bene, che la Chiesa compie a favore delle persone, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa”. “Le opere educative e di carità – conclude mons. Lovignana – raggiungono un gran numero di ragazzi, di anziani, di malati, di poveri, recano loro sollievo nel corpo e nello spirito e contribuiscono a rendere più umano il volto della nostra società”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori