Cuba: vescovi, “guardiamo a popolo stanco e oppresso, siamo vicini ai più svantaggiati”

“Come pastori guardiamo un popolo stanco e oppresso, e sentendoci parte di esso, invitiamo tutti i cubani a rivolgersi a Gesù, il Figlio di Dio che si fa uomo, affinché possiamo trovare sollievo e consolazione, pace e speranza di cui abbiamo tanto bisogno”. Lo si legge nel messaggio di Natale, diffuso nella data di sabato dalla Conferenza nazionale dei vescovi di Cuba.
Certo, “carenze materiali, stanchezza spirituale, finanze personali, familiari e nazionali insufficienti che influenzano gravemente la vita presente e oscurano il futuro, stanno pesando sull’anima della stragrande maggioranza dei cubani. La crisi economica già esistente, la pandemia Covid-19 e le conseguenze dei fenomeni naturali provocano paure e incertezze nella popolazione”.
Di fronte a questa realtà, “noi vescovi vogliamo esprimere la nostra vicinanza ai più svantaggiati: pensionati, disoccupati, madri sole, malati, carcerati e anziani che vivono soli e bisognosi. Dietro a tali categorie ci sono volti e nomi specifici che esigono, da parte dello Stato e dell’intera società, un’attenzione puntuale ed efficace per alleviare le sofferenze e aiutare le persone nei loro bisogni. Dio ci pone davanti la grande opportunità di praticare la carità verso i più vulnerabili. In questa situazione, oltre alle proposte di soluzione fornite dalle autorità del Paese, molte altre sono state espresse, come risultato del genuino amore e impegno dei cubani. Questa diversità di suggerimenti è ricca ed è un segno che Cuba è una società intraprendente ricca di talenti”.

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