Imprese: Istat, nel credito bancario lo strumento di risposta principale alla crisi. Boom per i servizi di comunicazione digitale con il pubblico

“Lo shock sul fabbisogno di liquidità generato dalla crisi continua a trovare nel credito bancario lo strumento di risposta principale: tra giugno 2020 e il momento della rilevazione il 35,4% delle imprese (30,1% in termini di occupati) ha scelto l’accensione di nuovo debito bancario, anche tramite le misure di sostegno introdotte dai decreti in materia. Sebbene tale strumento resti quello principale, l’incidenza risulta in calo rispetto alla prima fase dell’emergenza quando era segnalato dal 42,6% delle imprese”. Lo rende noto oggi l’Istat diffondendo il report “Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria Covid-19”.
Stando ai dati diffusi, a orientarsi verso un nuovo debito continuano a essere soprattutto le micro e piccole imprese (rispettivamente 35,1% e 37,0%). In termini settoriali, vi ricorrono con relativa maggior frequenza le imprese più coinvolte nelle chiusure da decreto, attive nei servizi e specialmente le agenzie di viaggio e i tour operator (52,8%) e i servizi di alloggio e di ristorazione (46,1%); la manifattura presenta un’incidenza del 37,4%, ma nella fabbricazione di articoli in pelle si raggiunge il 49,8%.
“A partire dal giugno 2020, il 37,7% delle imprese con 3 addetti e oltre – viene spiegato – ha fatto richiesta di prestiti assistiti da garanzia pubblica quali il Fondo centrale di garanzia per le Pmi o le garanzie Sace per le grandi imprese (42,8% a maggio 2020)”. Alla base della richiesta di sussidio vi è quasi sempre il finanziamento dell’attività corrente dell’impresa, al quale è assegnata importanza elevata dall’86,7% dei rispondenti, senza distinzioni settoriali. Dal punto di vista dimensionale, invece, mentre le micro e le piccole imprese sono in linea con la media (86,8% delle micro e delle piccole), le medie e le grandi indicano meno frequentemente questa motivazione (81,8% e 81,5%) avendo maggiori canali per fronteggiare le necessità finanziarie correnti.
Dal report emerge poi che l’utilizzo della tecnologia nelle imprese ha avuto un forte impulso dalla crisi Covid: si è registrata “una vera esplosione dei servizi di comunicazione digitale con il pubblico” ed è “triplicato l’utilizzo di applicazioni tecnologiche di comunicazione digitale”. Inoltre, “quasi raddoppiate le imprese che vendono beni o servizi sul proprio sito web” con “più di un terzo del fatturato proviene da canali di vendita digitali”.
La pandemia avrà come conseguenze rilevanti, secondo le prospettive, visto che un terzo delle imprese teme di dover fare i conti con seri problemi operativi. Le strategie ipotizzate sono molteplici: dall’espansione alla riorganizzazione alla contrazione. E c’è chi non particolari strategie di reazione.

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