Guatemala: il vescovo assassinato Gerardi “rivive” in un docufilm. Fratel Otero (biografo e amico) al Sir, “provato che fu un crimine di Stato perché seppe rompere il silenzio”

Non capita tutti i giorni che una star di Hollywood si occupi di un vescovo e della sua morte. È quello che accade con “The art of political murder” (L’arte dell’omicidio politico), docufilm prodotto da George Clooney e dedicato a mons. Juan José Gerardi, ucciso a Città del Guatemala il 26 aprile 1998, dopo aver testimoniato il Vangelo e difeso i diritti dei poveri e delle popolazioni indigene durante gli anni della guerra civile (che provocò la morte di 200mila civili), della dittatura e della violenza politica, come vescovo di Verapaz, del Quiché e come ausiliare di Città del Guatemala. Una personalità luminosa, nota come “il Romero del Guatemala”, su cui Clooney ha voluto accendere i riflettori. Il docufilm sarà visibile da mercoledì 16 dicembre attraverso la Hbo Max, servizio streaming di video on demand. La notizia sta avendo eco in Guatemala, ma anche in Italia, nel Bellunese, dato che i genitori di mons. Gerardi erano originari di Taibon Agordino, ed erano emigrati in Centroamerica.

“Ho già avuto occasione di vedere quasi tutto il documentario – dice al Sir dal Guatemala fratel Santiago Otero, marista, biografo e amico personale di mons. Gerardi –. Lo ritengo molto importante, illumina la figura del vescovo, la pulisce da accuse e maldicenze. Lo trovo un film ben documentato, con testimonianze fondate. È molto importante il fatto che viene provata e fatta conoscere la natura politica dell’omicidio di mons. Gerardi, il fatto che fu un crimine extragiudiziale, da parte di apparati statali e in particolare dallo Stato maggiore presidenziale, un corpo non ufficiale di militari in qualche modo legato alla Presidenza della Repubblica. Viene chiarito che si trattò di un’esecuzione e di un vero e proprio crimine di Stato”.
Al tempo stesso, fratel Otero invita non solo a rendere giustizia a mons. Gerardi per la sua morte, ma anche per la sua vita: “Fu un uomo giusto, accusato ingiustamente e attaccato dal potere di allora, amante della pace e di grande cuore. Non a caso fu eletto per tre volte presidente della Conferenza episcopale guatemalteca. Seppe rompere il silenzio sui lati oscuri del potere, mettendosi dalla parte delle popolazioni indigene. Senza dubbio il documentario aprirà un dibattito significativo anche per la situazione di oggi. Da oltre un anno il Parlamento non nomina la Corte suprema di giustizia, il presidente Giammattei, per la grande astensione, ha vinto le elezioni con il consenso del 14% dell’elettorato. Questo dice molto sulla situazione della democrazia in Guatemala e sull’attualità del messaggio di mons. Gerardi”.

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