Strage piazza Fontana: Fico, “colpì duramente la nostra democrazia, resta immutato il dovere dello Stato a garantire verità”

“Il 12 dicembre 1969 – quando una bomba esplose nella Banca nazionale dell’agricoltura a Milano – iniziò una delle fasi più dolorose e oscure della nostra storia recente. A venire duramente colpita quel giorno fu la democrazia stessa del nostro Paese, che seppe resistere alla follia terrorista, con un coraggio ed una dignità che avrebbero certamente meritato un rigoroso esercizio di verità che, purtroppo, non c’è stato”. Lo dichiara il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, in occasione del 51° anniversario della strage di piazza Fontana.
“La ricostruzione giudiziaria”, sottolinea la terza carica dello Stato, “è stata ostacolata pesantemente da ritardi, reticenze, ambiguità, deviazioni sia sul piano politico che dei servizi segreti. Sono stati faticosamente delineati solo i contorni di una vicenda rimasta ingiustamente impunita. Gettare ombra su questa, come su altre stragi compiute in quella fase storica, ha rappresentato un oltraggio per le vittime, per i loro familiari, ma anche per chi crede nella capacità dello Stato di diritto di garantire ai propri cittadini trasparenza, verità e giustizia”. “Non dobbiamo mai considerare quei fatti come dinamiche storiche di fronte alle quali ci si debba rassegnare”, sostiene Fico, secondo cui “a distanza di più di cinquant’anni dalla strage di piazza Fontana resta immutato il dovere dello Stato di dare segnali concreti per rispondere alle legittime aspettative di comprendere pienamente quanto avvenne durante la stagione del terrorismo e della strategia della tensione in Italia”.

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