Pakistan: vietata la pratica della dote. Mons. Shukardin (Hyderabad), “tolto un peso dalle spalle dei poveri”

“Apprezziamo il governo federale del Pakistan per aver preso la storica decisione di bandire la tradizione della dote in Pakistan. Questo provvedimento potrà facilitare i matrimoni ai giorni nostri, e va in direzione di non incentivare il materialismo. Questa decisione vale molto per i più poveri della nazione”. Lo afferma a Fides, il vescovo di Hyderabad Samson Shukardin, commentando il recente provvedimento adottato dal governo. Il ministro federale per gli Affari religiosi del Pakistan nelle scorse settimane ha vietato la tradizione della dote in Pakistan, stabilendo che è illegale per l’uomo o per la sua famiglia chiedere la dote alla famiglia della sposa. Il Pakistan diventa il primo Paese islamico al mondo a bandire la tradizione della dote che, secondo tratti della cultura del subcontinente indiano, tocca in modo trasversale a cittadini di ogni comunità religiosa. “È sempre triste per me – dice il presule – quando vengo a sapere che un matrimonio viene rinviato o annullato per mancanza di denaro della dote. Incoraggiamo sempre le famiglie ad abbandonare queste vecchie tradizioni: nel nostro tempo la vita è diventata molto costosa e si deve pensare ai bisogni quotidiani. Inoltre la ricchezza materiale non è certo l’aspetto centrale del matrimonio, che è l’unione sacra di un uomo e di una donna”. Per il vescovo, il provvedimento “sarà un beneficio per le persone che vivono al di sotto della soglia di povertà, le famiglie della classe media e quanti si vedono costretti a ritardare il matrimonio della propria figlia a causa della dote”.

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