Coronavirus Covid-19: Regno Unito, leader religiosi scrivono al premier. “Il culto pubblico è essenziale, no a ulteriori restrizioni”

I leader delle comunità di fede in Inghilterra hanno scritto oggi al premier Boris Johnson per esprimere “le profonde preoccupazioni” sulle restrizioni che entreranno in vigore in Inghilterra a partire da giovedì 5 novembre. “Abbiamo dimostrato, con la nostra azione, che i momenti e i luoghi pubblici di culto possono essere protetti dalla trasmissione Covid”, scrivono i dieci leader – tra cui il cardinale di Londra, Vincent Nichols – che non vedono “alcuna giustificazione scientifica” per la sospensione generale del culto pubblico, visto “il lavoro significativo che è stato svolto”. Perché “l’amara esperienza” degli ultimi sei mesi, ha messo in evidenza “il ruolo fondamentale che la fede gioca nei momenti di tremenda crisi”; per questo “il culto pubblico è essenziale”. Per più di una ragione: celebrare e pregare insieme è essenziale perché “sostiene il nostro servizio”, scrivono i dieci leader che spiegano come sia “la comunità orante” che sostengono “la nostra azione sociale”. E “date le dimensioni e la durata del contributo delle comunità di fede nella risposta alla pandemia”, il culto pubblico dovrebbe “essere classificato dal governo come contributo necessario” alla nazione. In secondo luogo il culto pubblico sostiene “la coesione sociale e i legami”, “fondamentali sia per consentire alle persone di rimanere resilienti durante le restrizioni dovute al Covid-19 sia per il rispetto dei comportamenti che abbiamo bisogno vengano adottati per ridurre la trasmissione”.
Il culto pubblico “è importante anche per la salute mentale della nostra nazione” soprattutto in un tempo in cui le persone hanno vissuto “traumi, perdite, dolori” o rispetto alle minoranze e i gruppi marginali nel Paese; e ancora, il culto pubblico è “un segno essenziale di speranza” nel fatto che “possiamo trovare nuovi modi di convivere con il Covid-19 fino a quando il vaccino non sarà trovato”. Quindi da un lato “non esiste una motivazione scientifica per la sospensione del culto pubblico”, conclude la lettera, ma pure, in relazione al fatto che il governo sta considerando “quali aspetti della nostra vita sono essenziali” per il tempo futuro, “la continuazione del culto pubblico è essenziale”.

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