Attentato a Vienna: card. Schönborn (arcivescovo), “non rispondere all’odio con l’odio”

(Foto: ANSA/SIR)

Un appello alla popolazione a non rispondere all’odio con l’odio è stato lanciato questa mattina dal card. Christoph Schönborn, arcivescovo cattolico di Vienna. “L’odio non deve essere una risposta a questo odio cieco”, ha detto parlando all’emittente televisiva Orf. “L’odio genera solo nuovo odio” e questo è il modo sbagliato di reagire ai terribili eventi della notte scorsa. È intanto salito a quattro il numero dei civili uccisi durante gli attacchi armati di ieri sera a Vienna: lo riporta il quotidiano austriaco Kleine Zeitung. I feriti finora sarebbero 17. In queste ore ancora confuse e concitate, l’arcivescovo – si legge su kathpress – ha chiesto di non cadere nel panico con un appello alla popolazione di Vienna: “Continuate sulla strada della solidarietà, della comunità e del rispetto reciproco. Sono valori che hanno plasmato l’Austria”. L’Austria non deve diventare una società “che si chiude nella paura”, ma deve anche continuare ad aprirsi agli altri: “Anche se ora dobbiamo mantenere le distanze a causa della pandemia, non dobbiamo tenere a distanza i nostri cuori. Finché il calore nella nostra società è più forte della freddezza dell’odio, non dobbiamo scoraggiarci”. Il cardinale ha poi raccontato di aver passato tutta la notte nella cappella del palazzo arcivescovile per trovare “un po’ di pace interiore” e ha pensato alle persone che sono rimaste vittime, alle forze dell’ordine, alle forze di sicurezza. Sono arrivati messaggi da tutto il mondo, in cui la gente gli diceva di pregare per l’Austria: “Abbiamo bisogno adesso di questa solidarietà del bene, dello stare insieme”. Ieri sera, il pensiero dell’arcivescovo è andato subito ad un altro attacco terroristico avvenuto 39 anni fa a Vienna, quando un gruppo di terroristi palestinesi attaccò la stessa sinagoga. Era il 29 agosto del 1981 ed un commando palestinese lanciò 4 bombe a mano contro la sinagoga Stadttempel di Vienna mentre si stava svolgendo la cerimonia di un bar mitzvah alla quale stavano partecipando 200 persone. “Qualunque sia la motivazione dell’attacco odierno – ha sostenuto l’arcivescovo -, deve essere chiaro che non c’è mai alcuna giustificazione alla violenza cieca”.

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