Brasile: nel Pernambuco confermato il no alla centrale nucleare. Provida promuove attività economiche alternative

La battaglia contro la costruzione di una centrale nucleare si combatte anche in positivo, promuovendo attività economiche alternative e la custodia del Creato. È quanto sta facendo l’associazione Provida, con sede ad Inajá, cittadina dello stato di Pernambuco, nella diocesi di Floresta, grazie al coordinamento di padre Luciano Pereira Aguiar, responsabile della Pastorale sociale, come viene riferito al Sir dallo stesso padre Luciano e dal missionario piacentino padre Angelo Zanré. Da una parte, dunque, la mobilitazione politica per impedire l’istallazione della centrale nucleare nella regione, che se andrà in porto causerà danni irreparabili non solo alla comunità locale, ai popoli tradizionali del posto, ma anche a tutto il territorio ambientale della regione, minacciando la sopravvivenza del fiume San Francesco, le cui acque saranno utilizzate intensamente nel processo di raffreddamento dei reattori nucleari.
Nell’ambito di queste strategie alternative, Provida sostiene un sistema integrato per la produzione di alimenti, ideato dall’impresa brasiliana di ricerca agricola Embrapa, per garantire sicurezza alimentare e nutritiva, a favore di famiglie rurali, costiere e tradizionali, come le comunità quilombole di origine africana e le popolazioni indigene del territorio, tutte con alta vulnerabilità.
Questo progetto è pensato per produzioni agricole familiari garantendo sostenibilità economica e ambientale. Il modulo base, che costa all’ incirca 3.500 euro a famiglia, prevede una vasca per l’allevamento di pesci (tilapia); un allevamento di galline ovaiole; un allevamento di polli da carne; un allevamento di porcellini d’India; un allevamento di capre da latte; un allevamento di suini e un allevamento di api di varie specie. Tutto questo si integra con la produzione di piante orticole, mais e altre piante locali.
Questo sistema integrato permette la crescita di una piccola agricoltura che può svilupparsi durante tutto l’anno, diminuendo l’insicurezza alimentare delle famiglie, migliorando la loro alimentazione e destinando l’eccesso di produzione al mercato. Un impianto di questo tipo è stato inaugurato la scorsa settimana, altri tredici di questi sistemi sono già in pieno funzionamento e stanno migliorando la vita di 22 famiglie, per un totale di 75 persone.
Secondo padre Zanré, “il progetto incarna perfettamente ciò che Papa Francesco nella Laudato si’ chiama ecologia integrale cioè la consapevolezza che tutto sia connesso. L’ecologia integrale comprende le interazioni tra l’ambiente naturale, la società e le sue culture, le istituzioni, l’economia. Particolare attenzione dev’essere dedicata a restituire dignità agli esclusi prendendosi cura della natura”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori