Brasile: nel rio Madeira, in Amazzonia, al momento “smantellata” città galleggiante di cercatori d’oro che dragavano il fiume. La denuncia della Chiesa

Centinaia di zattere (almeno trecento, ma qualcuno parla del doppio), una vera e propria città galleggiante. È quella che è sorta all’improvviso, ed è stata per il momento rapidamente smantellata, sul rio Madeira, nel cuore dell’Amazzonia, a circa 120 chilometri da Manaus, nei pressi del municipio di Autarez, famoso per la produzione di formaggio di bufala. Una città galleggiante che aveva un solo obiettivo: dragare il fiume in cerca dell’oro, dopo che si era diffusa la voce che il prezioso metallo fosse presente nelle acque del fiume.
Una prova di forza da parte dei “garimpeiros”, i cercatori d’oro illegali, per una volta neutralizzata dall’intervento della Polizia, che ha, almeno per il momento fatto sloggiare le imbarcazioni. Una trentina quelle incendiate, in una dinamica ancora non del tutto chiara, anche se esistono foto degli incendi diffuse dalla Polizia federale. Del resto, le denunce da parte degli abitanti e delle organizzazioni della società civile erano state immediate. Lo stesso Governo dello Stato di Amazonas aveva chiesto l’intervento della polizia nazionale per combattere l’attività dei garimpeiros, che hanno disceso il fiume provenienti dallo Stato di Roraima. Permangono, tuttavia, dei dubbi sull’effettiva serietà dell’operazione, data la velocità con cui i cercatori d’oro hanno lasciato il fiume, e resta la preoccupazione che, una volta spenti i riflettori, essi possano tornare.
Spiega al Sir padre Jardson Da Silva Sampaio, sacerdote di Manaus, formatore nel Seminario per l’Amazzonia e sensibile alla questione indigena: “Il popolo è spaventato per quanto accaduto e per l’audacia dei garimpeiros, e per l’attività di dragaggio del rio Madeira. Ciò ha provocato molta paura da parte della popolazione. Dalle barche era subito iniziata l’attività di dragare il fiume, e come è noto viene usato il mercurio per separare l’oro dalle altre sostanze. Inoltre, l’atteggiamento dei cercatori d’oro verso la popolazione locale è caratterizzato da grande violenza, dall’invasione dei territori indigeni. I danni all’ambiente, sociali, economici di queste attività sono incalcolabili. E tutto ciò, solitamente, accade con la complicità dei governanti”.
La Chiesa locale – il territorio interessato si trova nella prelatura di Borba – ha seguito e sta seguendo il caso con attenzione, ed è possibile un intervento da parte della Conferenza episcopale dei vescovi del Brasile – regione Nord 1.

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