Assemblea mondiale della sanità: Michel (Consiglio Ue), “nostra responsabilità evitare che una prossima pandemia ci trovi impreparati”

(foto European Union)

“Oggi spero che faremo la storia. La situazione nel mondo lo richiede. Mentre parliamo, il mondo sta affrontando l’ennesima ondata di Covid-19, un chiaro richiamo al nostro dovere verso i nostri cittadini e verso gli altri”. Lo ha affermato Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, all’assemblea sanitaria mondiale promossa dall’Oms. “È nostra responsabilità collettiva non lasciare che un’altra pandemia ci trovi impreparati, scoordinati. Come sapete, sono stato un forte sostenitore di un trattato internazionale o di uno strumento giuridicamente vincolante sulla preparazione alla pandemia”. “Abbiamo bisogno di un forte cambiamento nella nostra architettura sanitaria globale. Tutti noi, leader politici e leader di organizzazioni internazionali, dobbiamo essere in prima linea in questi sforzi globali. Dobbiamo mostrare al mondo che possiamo cooperare, costruire ponti e trovare soluzioni comuni… Non ci sono soluzioni facili nella gestione delle enormi sfide delle minacce per la salute globale. Ma abbiamo già dimostrato che, quando lavoriamo insieme, l’ingegno umano non conosce limiti. Lo sviluppo di vaccini in soli dieci mesi è un esempio perfetto. È a dir poco un miracolo”.
“Ora è tempo che l’Assemblea mondiale della sanità fornisca il quadro giuridico per queste soluzioni sostenibili. Dobbiamo garantire che, se si verifica un’altra pandemia, disponiamo dei vaccini di cui abbiamo bisogno insieme a tutte le altre contromisure. E, in modo altrettanto cruciale, dobbiamo garantire un accesso equo a queste misure. Semplicemente non possiamo permettere che la stessa disuguaglianza che abbiamo visto si ripeta nelle future pandemie. Ecco perché dobbiamo agire”. “Abbiamo un’opportunità unica per andare al cuore della prevenzione. E mi riferisco a One Health. Questo non è solo un concetto. Dobbiamo tradurlo in azioni concrete e strumenti tangibili. Gli scienziati si aspettano che il 70% delle future pandemie derivi da malattie zoonotiche, quindi dobbiamo comprendere meglio i legami tra salute umana, animale e ambientale”.

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