Africa: Gmm, Alpidio Balbo tornato dal Benin. “Prioritaria è sempre l’educazione”

“Siamo stati accolti ovunque con balli, canti e tanta gioia ed è stato commovente, perché ho compreso che quello che abbiamo fatto in Africa in questi 50 anni è vivo e presente, ma ho visto anche un’Africa rassegnata alla miseria che mi fa dire che c’è ancora tanto da fare”. Così Alpidio Balbo, fondatore del Gruppo missionario “Un pozzo per la vita” Merano, sintetizza le impressioni del suo viaggio appena concluso in Benin, il Paese in cui, nel 1971, ha cominciato il suo impegno missionario.
In tre settimane, Balbo, che compirà 91 anni nel marzo del 2022, ha attraversato il Benin da sud a nord e ritorno, visitando alcune delle missioni storiche legate all’organizzazione di volontariato meranese, ma anche alcuni dei progetti realizzati negli ultimi anni. Dopo le visite all’“Oasis d’Amour” di Tokan, presso Abomey-Calavi, dove ha incontrato il fondatore, Gregoire Ahongbonon, “l’uomo che in Africa libera i malati di mente in catene”, ed alla Maison de l’Esperance delle Suore salesiane a Cotonou e una sosta presso il Centro femminile di Bohicon ed il Centro medico dei Camilliani di Davougon, l’ultimo lebbrosario del Benin, Balbo, con il vicepresidente del Gmm, Franco Fasoli, ed il responsabile dei progetti, Fabrizio Arigossi, ha proseguito verso nord. Numerose le tappe, fra cui quella alla scuola “Hibiscus” di Parakou, alla Scuola di sartoria “Nestor Assogba” ed al Centro di formazione “Liweitari” di Natitingou, alla scuola secondaria “Luigina Recla” di Gougnenou, all’ospedale “St. Padre Pio” N’dali, all’orfanotrofio “S.te Marie” di Ouenou ed al Centro “Yenu Geo” e complesso scolastico “Maria Adelaide” di Bembereke. Molte di queste opere sono state realizzate o vengono sostenute dal Gmm grazie alle donazioni di benefattori privati e al contributo della Cei o di enti pubblici come la Provincia autonoma di Bolzano o la Regione autonoma Trentino Alto Adige. “Alla mia età è stato molto faticoso – commenta Balbo – ma la fatica è stata ripagata dall’accoglienza ricevuta. In 50 anni il Paese è molto cambiato, molte strade sono state asfaltate, molto è stato costruito, ma si assiste ad uno sviluppo economico incontrollato che però esclude la gran parte della popolazione che vive in condizioni di grande povertà”.
Il fondatore del Gmm individua la priorità dei futuri interventi dell’Odv meranese in campo educativo: “Possiamo aiutare a fare pozzi, ospedali o centri d’accoglienza, ma è sempre più urgente un impegno sul fronte educativo perché ai giovani siano dati gli strumenti per contribuire ad uno sviluppo del loro Paese che sia per tutti”.

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