Diocesi: Genova, al via la fase diocesana per la beatificazione e la canonizzazione dell’abate Giovanni Schiaffino

L’arcivescovo di Genova, mons. Marco Tasca, ha dato inizio alla fase diocesana per la beatificazione e la canonizzazione del Servo di Dio Giovanni Schiaffino. Lo rende noto il sito diocesano che ha pubblicato il testo dell’editto (https://www.chiesadigenova.it/wp-content/uploads/sites/2/2021/11/c-editto-2021-11-15_ok.pdf) e un profilo biografico del monaco olivetano (https://www.chiesadigenova.it/beatificazione-dellabate-schiaffino-un-grazia-per-la-diocesi-e-la-chiesa/). “Il 31 luglio 1888 moriva a Camogli (Ge) l’abate Giovanni Schiaffino, monaco benedettino che si distinse per lo zelo verso la sua Congregazione e per la salvezza delle anime”. Queste le prime parole dell’editto firmato da mons. Tasca che continua spiegando che Schiaffino “fu insigne studioso e fondatore di monasteri, tra cui quello di S. Prospero in Camogli”. “Accresciutasi con il passare degli anni, la sua fama di santità e di segni ed essendo stato formalmente richiesto dal postulatore, Emilio Artiglieri, di dare inizio alla relativa causa di beatificazione e canonizzazione, – prosegue il prelato – nel portarne a conoscenza la comunità ecclesiale, invitiamo tutti i fedeli a comunicare direttamente o a far pervenire al Tribunale ecclesiastico diocesano tutte quelle notizie, dalle quali si possano in qualche modo arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità del suddetto Abate Giovanni Schiaffino”. Il postulatore, Emilio Artiglieri, ha ricordato che la fama di santità dell’abate Schiaffino (1807-1888), “è persistente e radicata, è in particolare nella città di Camogli e nella sua Congregazione religiosa”. “La sua beatificazione e, come si auspica, la successiva canonizzazione, – si legge ancora sul sito diocesano – gioveranno a tutta la Chiesa, che nell’Abate Giovanni Schiaffino, potrà trovare non solo un potente intercessore, ma anche uno straordinario esempio di virtù religiose ed umane, temprate dalle ardue difficoltà in cui condusse la sua esistenza terrena, e che non valsero a diminuire il suo amore a Dio e ai fratelli”. Per questo, aggiunge Artiglieri, “alla Chiesa di oggi si presenta così la figura di un religioso che ha saputo coniugare, pur in circostanze storiche non favorevoli, fermezza di principi, intraprendenza apostolica, carità pastorale, valori che oggi, in un mondo secolarizzato e sempre più indifferente, appaiono quanto mai necessari”.

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