Don Giacomo Alberione: mons. Brunetti (Alba), “un grande profeta del nostro tempo, un sacerdote geniale e santo”

“Don Alberione è un grande ‘profeta’ del nostro tempo. Qualcuno l’ha definito un ‘padre della Chiesa’ dei giorni nostri”. Lo ha affermato ieri il vescovo di Alba, mons. Marco Brunetti, durante la messa che ha presieduto nel tempio di San Paolo in occasione del 50° anniversario della morte del beato Giacomo Alberione.
Nell’omelia, il vescovo si è soffermato sulla figura di questo “sacerdote ‘geniale e santo’ e figlio di questa Chiesa albese”. “Nativo di San Lorenzo di Fossano (4 aprile 1884), don Alberione – ha ricordato mons. Brunetti – ha cominciato la sua attività apostolica qui ad Alba. E di Alba è ‘cittadino onorario’. Da questa terra albese sono partiti i suoi figli e le sue figlie verso le nazioni del mondo, con la sua stessa missione: annunciare il Vangelo attraverso i mezzi della comunicazione sociale”. “Da quelli disponibili agli inizi del Novecento (libri e riviste in particolare) – ha sottolineato –, a quelli che la scienza e il progresso avrebbero, via via, messo a disposizione: radio, cinema, televisione. E oggi anche Internet e i nuovi media. Dalla ‘parrocchia di carta’ all’‘areopago’ telematico”. “A cinquant’anni dalla morte, in questa nostra società secolarizzata, sempre meno cristiana, pervasa dalle nuove forme di comunicazione, il carisma del vostro fondatore – ha detto mons. Brunetti rivolgendosi alle paoline e ai paolini presenti – è ancor più attuale oggi di quanto non lo fosse agli inizi”. “Siete chiamati oggi – ha spiegato – a ‘proiettarvi in avanti’, a ‘guardare al futuro’. Ad accettare le sfide del mondo moderno; soprattutto ‘abitare’ il mondo digitale da testimoni del Vangelo”. “Siete chiamati – ha aggiunto – a calare il vostro carisma nella ‘babele dei social’. E testimoniare Cristo in una società sfilacciata e indifferente al Vangelo e alla religione. Con una ‘fedeltà creativa’ al carisma del vostro Fondatore. E al metodo di Gesù Maestro, Via Verità e Vita, per conquistare il cuore e la mente degli uomini del nostro tempo”. Ricordando che “don Alberione sapeva leggere i ‘segni dei tempi’. E dare risposte apostoliche adeguate alle necessità” oltre che aver “anticipato temi e spirito del concilio Vaticano II”, mons. Brunetti ha augurato “a tutta la Famiglia Paolina” che “possiate anche voi, sull’esempio del Fondatore, coniugare preghiera e audacia apostolica; fare ‘la carità della verità’, ‘parlando di tutto cristianamente’”. “Il Vangelo di Cristo ‘incarnato’ – ha concluso – possa, ancora oggi, essere ‘incartato’ nelle vostre riviste e giornali. E, soprattutto, annunciato e testimoniato nei social e nel digitale”.

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