Papa Francesco: Angelus, “la ricerca del prestigio personale può diventare una malattia dello spirito”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Per diventare grandi, dovrete andare sulla strada del servizio, servire gli altri”. Lo ha detto il Papa, rivolgendosi ieri ai fedeli riuniti in piazza San Pietro per l’Angelus. Francesco ha messo l’accento su “due logiche diverse”, quelle dei discepoli, che “vogliono emergere”, e quella di Gesù, che “vuole immergersi”. Il primo verbo, ha spiegato il Papa, “esprime quella mentalità mondana da cui siamo sempre tentati: vivere tutte le cose, perfino le relazioni, per alimentare la nostra ambizione, per salire i gradini del successo, per raggiungere posti importanti”. “La ricerca del prestigio personale può diventare una malattia dello spirito, mascherandosi perfino dietro a buone intenzioni”, il monito di Francesco: “Ad esempio quando, dietro al bene che facciamo e predichiamo, cerchiamo in realtà solo noi stessi e la nostra affermazione, cioè andare avanti noi, arrampicarci… E questo anche nella Chiesa lo vediamo. Quante volte, noi cristiani, che dovremmo essere i servitori, cerchiamo di arrampicarci, di andare avanti”. A questa logica mondana, Gesù contrappone la sua: “Invece di innalzarsi sopra gli altri, scendere dal piedistallo per servirli; invece di emergere sopra gli altri, immergersi nella vita degli altri”. “Gesù ci chiede di immergerci”, l’invito del Papa: “Con compassione, nella vita di chi incontriamo”. “Noi, pensiamo con compassione alla fame di tanta gente?”, l’esempio scelto da Francesco: “Quando siamo davanti al pasto, che è una grazia di Dio e che noi possiamo mangiare, c’è tanta gente che lavora e non riesce ad avere il pasto sufficiente per tutto il mese. Pensiamo a questo? Immergersi con compassione, avere compassione. Non è un dato di enciclopedia: ci sono tanti affamati… No! Sono persone. E io ho compassione per le persone? Compassione della vita di chi incontriamo, come ha fatto Gesù con me, con te, con tutti noi, si è avvicinato con compassione”. Gesù, infatti, “non è rimasto lassù nei cieli, a guardarci dall’alto in basso, ma si è abbassato a lavarci i piedi. Dio è amore e l’amore è umile, non si innalza, ma scende in basso, come la pioggia che cade sulla terra e porta vita”. “Chiediamo oggi allo Spirito Santo che rinnovi in noi la grazia del battesimo, l’immersione in Gesù, nel suo modo di essere, per essere più servitori, per essere servi come lui è stato con noi”, ha concluso Francesco: “E preghiamo la Madonna: lei, pur essendo la più grande, non ha cercato di emergere, ma è stata l’umile serva del Signore, ed è tutta immersa al nostro servizio, per aiutarci a incontrare Gesù”.

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