“Quest’anno le luci un po’ sommesse del Natale sono motivo di preghiera e ricordo delle tante persone che hanno sofferto e soffrono a causa della pandemia. In questa situazione abbiamo sentito ancora più forte l’interdipendenza che ci lega tutti”. Così Papa Francesco, ricevendo questa mattina in udienza i promotori, gli organizzatori e gli artisti del Concerto di Natale in Vaticano, promosso dalla Congregazione per l’Educazione cattolica, il cui ricavato sarà devoluto a favore della Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes e della Fondazione salesiana Missioni Don Bosco.
“Nella creazione artistica – ha proseguito il Pontefice – possiamo riconoscere tre movimenti. Un primo movimento è quello dei sensi”; il secondo “tocca l’interiorità della persona”, ma c’è anche un terzo aspetto: “La percezione e la contemplazione del bello generano un senso di speranza, che si irradia anche sul mondo circostante. A questo punto, il movimento esteriore e quello interiore si fondono e, a loro volta, incidono sulle relazioni sociali: generano l’empatia capace di comprendere l’altro, con cui tanto abbiamo in comune. Si tratta di una socialità nuova, non solo vagamente espressa ma percepita e condivisa”.
“Questo triplice movimento di meraviglia, di scoperta personale e di condivisione produce un senso di pace, la quale – come testimonia San Francesco d’Assisi – ci libera da ogni desiderio di dominio sugli altri, ci fa comprendere le difficoltà degli ultimi e ci spinge a vivere in armonia con tutti”, ha sottolineato il Papa riferendosi all’enciclica “Fratelli tutti”.