Papa in R.D. Congo: mons. Utembi Tapa a Francesco, “la violenza continua a scuotere il nostro Paese”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Sono passati trentasette anni da quando il Suo Venerabile Predecessore, San Giovanni Paolo II, ha baciato la terra congolese. Grazie di essere ritornato e grazie per gli indimenticabili giorni che a ha trascorso con noi”. È il saluto di mons. Marcel Utembi Tapa, arcivescovo di Kisangani e presidente della Conferenza episcopale nazionale del Congo, al Papa, prima del suo discorso rivolto ai vescovi e pronunciato nella sede della Conferenza episcopale. “La Chiesa-famiglia di Dio della Repubblica democratica del Congo si nutre costantemente della spiritualità della Beata Marie-Clémentine Anuarite Nengapeta e del Beato Isidore Bakanja”, ha esordito il presule, presentando al Papa “una supplica per la canonizzazione di questi due Beati Martiri”. “Dall’ultima visita del Papa Giovanni Paolo II, il nostro Paese ha conosciuto momenti di dolore e tribolazione”, ha raccontato il vescovo: “Le crisi sono state forti e multiformi. Esse hanno toccato tutti gli ambiti della nostra esistenza: politica, economica, di sicurezza ed umanitaria. A queste crisi si sono aggiunte epidemie, disastri naturali, in modo particolare alluvioni, terremoti ed eruzioni del vulcano Nyirangongo, che ci hanno tolto ogni sorriso e la speranza di vivere felici nella nostra propria terra. La violenza continua a scuotere il nostro Paese e sembra non volersi più fermare. Ma questi dolori sono vissuti nella speranza cristiana”. “Grazie alle Sue preghiere e alla solidarietà universale della Sede Apostolica e delle persone di buona volontà, questa Chiesa è sempre in tenuta di servizio, in collaborazione con lo Stato congolese, per lo sviluppo spirituale, morale, sociale, culturale e materiale del Popolo congolese”, l’omaggio del presidente dei vescovi del Congo: “La nostra gioia è di vedere che, nonostante le varie sfide a cui sono confrontati, la maggioranza dei nostri fedeli custodiscono la fede in Gesù Cristo. Noi abbiamo la certezza assoluta che Dio non abbandona mai il suo Popolo; Egli ama la Repubblica Democratica del Congo e la sua popolazione, nella sua diversità etnica e culturale. È in questa fede e in questa speranza che vogliamo che si radichi la Chiesa-Famiglia di Dio nella Repubblica del Congo”.

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