Al termine della loro 131ª assemblea plenaria, i vescovi della Conferenza episcopale del Cile hanno pregato per Francesco ed espresso la loro fedeltà al nuovo Papa Leone XIV. Hanno anche denunciato l’espansione del narcotraffico, in un mondo che vive una realtà turbolenta a causa di guerre e dispute che minacciano la dignità umana. I vescovi descrivono la recente assemblea plenaria come “un evento senza precedenti”, durante la quale hanno reso omaggio a Papa Francesco e hanno celebrato con gioia l’elezione di Papa Leone XIV: “Gli assicuriamo la nostra comunione e fedeltà per continuare a lavorare per la nuova evangelizzazione del nostro Paese”.
I vescovi hanno espresso forte preoccupazione per fatti che “ci turbano e ci feriscono”, come l’espansione del traffico di droga e della criminalità organizzata nel Paese: “Promuovono la violenza, l’insicurezza e la povertà”, hanno avvertito, sottolineando che questa piaga “utilizza i giovani e seduce la sfera politica, giudiziaria e sportiva, generando una realtà sempre più corrotta e difficile da affrontare”.
Hanno inoltre deplorato i pregiudizi nei confronti della popolazione migrante: “Purtroppo queste inciviltà sono accompagnate da pregiudizi negativi, conditi da ingiuste generalizzazioni, nei confronti di numerosi fratelli e sorelle migranti che vengono legittimamente nel nostro Paese e contribuiscono al bene comune del Cile”. A questo si aggiunge il “calo allarmante del tasso di natalità che ipoteca il futuro del Paese”, chiedendo uno studio approfondito della situazione dopo i risultati del recente censimento.
Con uno sguardo pastorale e civile, i vescovi hanno invitato i leader politici e sociali a “lavorare insieme per invertire queste gravi situazioni che feriscono l’anima del Cile”. Nel mezzo della polarizzazione, hanno sottolineato che l’imminente processo elettorale potrebbe essere “un’opportunità provvidenziale per i diversi attori politici e sociali, al di là delle legittime differenze che li contraddistinguono, per abbattere i ‘muri’ ideologici, abbandonare la violenza verbale e raggiungere un grande accordo nazionale sulle suddette questioni, che trascenda i loro interessi particolari, mettendo al centro il bene comune del Cile”. La Chiesa cilena ha ribadito il suo impegno a “collaborare attivamente per favorire l’incontro, il dialogo e l’accordo tra i diversi attori sociali”.