Nel nostro Paese gli infermieri sono 458.112, la metà dei quali ha più di 50 anni. Secondo la Ragioneria dello Stato, si stima una carenza di 65mila unità in tutta Italia, di cui circa 30mila previste dal Pnrr per l’assistenza territoriale. A questo si aggiunge anche l’andamento della cosiddetta “gobba pensionistica”, ovvero gli infermieri che andranno in pensione. E’ quanto emerge dal primo Rapporto sulle professioni infermieristiche, realizzato dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) in collaborazione con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e presentato oggi a Roma.
Il rapporto medio infermieri/abitanti è pari a 6,5 infermieri per ogni mille abitanti, nettamente inferiore al valore medio europeo (8,4), ma il rapporto più basso si registra nei due estremi della penisola: Sicilia e Lombardia con un 3,5. A livello di stipendio, i professionisti italiani guadagnano molto meno della media europea: 32.700 euro lordi l’anno contro 39.800. Gli infermieri meglio pagati sono in Trentino Alto-Adige ed Emilia-Romagna, mentre i salari minori si registrano in Campania e Molise. Gli infermieri più soddisfatti sono tra coloro che lavorano nel contesto dell’assistenza domiciliare, sul territorio, rispetto a quanti operano in ospedale, ma molti continuano a scegliere il settore pubblico, con un picco di interesse dell’84,9% nel 2018. Nel 2023, il 78,9% dei laureati preferisce il settore pubblico, indicando una costante alta preferenza per questa opzione.
La formazione si conferma il punto di forza e di svolta per lo sviluppo della professione infermieristica. Significativo il dato sulla progressiva diminuzione dell’età media alla laurea triennale, che passa da una percentuale maggiore per la fascia di età superiore ai 27 anni nel 2004 fino a concentrarsi nella fascia da meno di 23 a 24 anni nel 2023 (36,1%), attestandosi su un’età media di 25,2 anni. Anche sulla provenienza degli studenti si nota un’evoluzione interessante: negli anni più recenti si è verificato un aumento significativo della percentuale di iscritti ad Infermieristica provenienti da licei che, nel 2023, rappresentavano il 68,2% degli iscritti. Altrettanto significativo il dato del 2023, con il 92,3% dei laureati magistrali che ha trovato lavoro in un ambito coerente agli studi, evidenziando una stretta connessione tra il percorso accademico magistrale e l’ambito lavorativo.