Commissione Ue: Serbia, Turchia e Georgia si allontanano dall’Ue

“Di fronte alle continue minacce ibride e ai tentativi di destabilizzare il Paese, la Moldavia ha compiuto notevoli progressi nel suo percorso di adesione”. La Commissione si aspetta che la Moldavia “acceleri l’attuale ritmo delle riforme”.
“La polarizzazione nella società serba si è aggravata sullo sfondo delle proteste di massa che si sono svolte in tutto il Paese dal novembre 2024, riflettendo la delusione dei cittadini, tra l’altro, per la corruzione e la percepita mancanza di responsabilità e trasparenza, unite a casi di uso eccessivo della forza contro i manifestanti e pressioni sulla società civile. Ciò ha portato a un contesto sempre più difficile, in cui la retorica divisiva ha portato a una grave erosione della fiducia tra le parti interessate, il che, a sua volta, ha avuto un impatto sul processo di adesione”. Le riforme “hanno subito un notevole rallentamento”.
La Macedonia del Nord ha proseguito i suoi lavori sulle tabelle di marcia per lo Stato di diritto, la riforma della pubblica amministrazione e il funzionamento delle istituzioni democratiche, nonché sul piano d’azione per la tutela delle minoranze. La Macedonia del Nord dovrebbe intensificare gli sforzi per sostenere lo Stato di diritto, salvaguardando l’indipendenza e l’integrità della magistratura e rafforzando la lotta alla corruzione.
In Bosnia-Erzegovina, la crisi politica nell’entità della Repubblica Srpska e la fine della coalizione di governo hanno minato i progressi verso l’adesione all’Ue, con conseguenti riforme limitate, in particolare in materia di protezione dei dati e controllo delle frontiere, nonché la firma dell’accordo sullo status di Frontex.
Il Kosovo “ha mantenuto il suo impegno nel percorso europeo, con un elevato livello di sostegno pubblico. Il ritardo nella formazione delle istituzioni dopo le elezioni generali di febbraio ha rallentato i progressi delle riforme legate all’Ue. È necessario rafforzare la cooperazione interpartitica e ridefinire le priorità di queste riforme affinché il Kosovo possa riprendere il suo percorso verso l’Unione”.
La Turchia rimane, secondo la Commissione, un Paese candidato e un partner chiave per l’Ue. La ripresa dei colloqui per la risoluzione della questione cipriota è ritenuto un elemento chiave della cooperazione. “Allo stesso tempo, le crescenti azioni legali contro esponenti e partiti dell’opposizione, insieme ai numerosi altri arresti, sollevano serie preoccupazioni circa l’adesione della Turchia ai valori democratici”. Sebbene il dialogo sullo Stato di diritto rimanga centrale nelle relazioni Ue-Turchia, il “deterioramento degli standard democratici, dell’indipendenza della magistratura e dei diritti fondamentali deve ancora essere affrontato”. I negoziati di adesione con la Turchia sono fermi dal 2018.
Nel 2024, il Consiglio europeo ha concluso che il processo di adesione della Georgia all’Ue era di fatto bloccato. “Da allora, la situazione si è notevolmente deteriorata, con un grave arretramento democratico caratterizzato da una rapida erosione dello Stato di diritto e da gravi restrizioni dei diritti fondamentali. Ciò include una legislazione che limita gravemente lo spazio civico, compromette la libertà di espressione e di riunione e viola il principio di non discriminazione. Le autorità georgiane devono invertire urgentemente il loro arretramento democratico e intraprendere sforzi globali e tangibili per affrontare le preoccupazioni in sospeso e attuare riforme chiave, supportate dalla cooperazione interpartitica e dall’impegno civico, in linea con i valori dell’Ue”.
Spetta ora al Consiglio valutare le raccomandazioni odierne della Commissione e prendere decisioni sulle prossime tappe del processo di allargamento.

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