“Chiediamo ai leader mondiali di agire con urgenza e coraggio per proteggere il creato di Dio e l’umanità”. È l’appello diffuso dai vescovi statunitensi Borys Gudziak e Elias Zaidan, rispettivamente presidenti dei comitati per la giustizia interna e internazionale della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb), insieme a Sean Callahan, presidente e direttore generale di Catholic Relief Services (Crs), in occasione della Conferenza Onu sul cambiamento climatico Cop30. “Il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e il degrado ambientale – affermano – stanno devastando comunità già segnate da povertà e esclusione: famiglie di agricoltori e pescatori vedono minacciati i loro mezzi di sussistenza, i popoli indigeni rischiano la distruzione delle proprie terre, la salute e il futuro dei bambini sono in pericolo”. Nel testo i vescovi ricordano che “Papa Leone XIV ha invitato i partecipanti alla Cop30 ad ascoltare il grido della terra e il grido dei poveri” e che “questo Anno giubilare della Speranza è un tempo sacro per restaurare le relazioni e rinnovare il creato”. Richiamando l’enciclica Laudato si’, sottolineano che “la solidarietà intergenerazionale non è opzionale” e sollecitano un’attuazione ambiziosa dell’Accordo di Parigi, con investimenti nell’adattamento, riduzione delle emissioni, giusta transizione economica e sostegno concreto alle comunità più vulnerabili. “Insieme – concludono – possiamo salvaguardare il futuro della nostra casa comune”.