Alla vigilia della Cop30 di Belém, Fondazione Cesvi richiama l’attenzione sull’impatto crescente della crisi climatica sulla fame nel mondo e chiede “azioni immediate su larga scala contro la crisi ambientale, tra le principali cause delle carestie globali”. Nel 2024, siccità e inondazioni hanno spinto oltre 96 milioni di persone in 18 Paesi verso la fame acuta, più del triplo rispetto al 2018 (+234%) e 24 milioni in più rispetto al 2023. Nello stesso anno si sono registrati 393 disastri naturali, che hanno coinvolto 167 milioni di persone e causato oltre 240 miliardi di dollari di perdite economiche.
Il direttore generale di Cesvi Stefano Piziali afferma: “È indispensabile implementare immediatamente politiche di resilienza climatica efficaci, sostenere investimenti nei sistemi alimentari sostenibili e garantire finanziamenti adeguati per l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici, soprattutto nei Paesi più fragili. La Cop30 rappresenta un’occasione decisiva per riaffermare la responsabilità collettiva di fronte a un rischio sistemico che incide sulla stabilità economica globale e sulla giustizia sociale e per fornire risposte concrete, coordinate e immediate”.
Gli eventi climatici estremi rappresentano la seconda principale causa scatenante della malnutrizione dopo le guerre e spesso questi due fattori precipitanti si sovrappongono e compenetrano, come sta accadendo nella Striscia di Gaza, dove due anni di conflitto hanno causato danni ambientali senza precedenti, che richiederanno decenni per essere arginati. Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato e gli eventi meteorologici estremi hanno raggiunto livelli record per intensità e frequenza, colpendo duramente i sistemi agricoli e minacciando la sicurezza alimentare globale.
Nel solo 2024 si sono verificati 393 disastri naturali, che hanno causato oltre 16mila vittime, colpito più di 167 milioni di persone e provocato perdite economiche per oltre 241miliardi di dollari4. In questo scenario, il Corno d’Africa e il Pakistan rappresentano due dei casi più emblematici: territori duramente colpiti da eventi climatici estremi, dove siccità prolungate e alluvioni devastanti stanno alimentando una spirale di malnutrizione e vulnerabilità sociale che minaccia milioni di vite.
Cevsi sottolinea la necessità di un impegno concreto della comunità internazionale: “la COP30 rappresenta un passaggio decisivo per promuovere politiche di adattamento, mitigazione e sostegno ai Paesi più vulnerabili”.