“Nessuna persona umana, nemmeno gli apostoli o la santissima Vergine, può agire come dispensatore universale della grazia”. La Nota “Mater Populi fidelis”, pubblicata oggi, precisa così il senso da attribuire al titolo Maria madre della grazia, mettendo in guardia dalla figura di Maria come dispensatrice di grazie “separate” da quelle che concede Cristo. “Solo Dio può donare la grazia e lo fa per mezzo dell’umanità di Cristo”, si legge nel testo: “Sebbene la santissima Vergine Maria sia in modo eminente piena di grazia e madre di Dio, lei stessa, come noi, è figlia adottiva del Padre ed anche, come scrive il poeta Dante Alighieri, ‘figlia del tuo Figlio’. Lei coopera nell’economia della salvezza per una partecipazione derivata e subordinata; pertanto, qualsiasi espressione circa la sua ‘mediazione’ di grazia deve intendersi in analogia remota con Cristo e la sua unica mediazione. Nella perfetta immediatezza tra un essere umano e Dio, nella comunicazione della grazia, nemmeno Maria può intervenire”. “Si deve evitare qualsiasi descrizione che faccia pensare, in modo neoplatonico, a una sorta di effusione della grazia per gradi, come se la grazia di Dio discendesse attraverso distinti intermediari – come Maria – mentre la sua fonte ultima (Dio) rimanesse scollegata dal nostro cuore. Queste interpretazioni incidono negativamente sulla corretta comprensione dell’incontro intimo, diretto e immediato, che la grazia realizza tra il Signore e il cuore del credente”.