A un anno dalla tragedia di Novi Sad in Serbia le proteste continuano ma crescono anche le domande verso i manifestanti. “L’energia non è così forte come era all’inizio”, spiega al Sir il giornalista Boyko Vasilev (nella foto). A suo avviso “il problema è che dopo questi raduni di migliaia di persone non succede niente di concreto, i governanti non cadranno da soli”. “In questi casi – continua – è necessario dire che cosa cambierà. Gli studenti stanno cercando diversi mezzi, si sono associati anche altri cittadini”. Vasilev è convinto che “la loro forza più grande è anche la loro maggiore debolezza cioè l’unità”. E spiega: “Dal primo giorno loro non hanno dichiarato se sono con l’Europa o meno, tra gli studenti ci sono anche dei simpatizzanti della Russia, in mezzo a loro ci sono pure nazionalisti radicali”. “Una volta, avviatisi verso un progetto politico, i manifestanti dovranno specificare queste cose e l’unità sarà a rischio”.