Il Seac – Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario – esprime forte preoccupazione per la recente circolare del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) che, avocando a sé competenze finora affidate ai Provveditorati o alle Direzioni, sposta a livello centrale l’autorizzazione per lo svolgimento delle attività culturali, educative e ricreative all’interno degli istituti penitenziari, con conseguenze anche sulle sezioni di media sicurezza. “La nuova procedura – si legge in un comunicato – rischia di rallentare in modo significativo la realizzazione dei percorsi trattamentali e di ridurre la partecipazione della società civile alla vita del carcere, essenziale per mantenere aperti dialogo e relazioni significative”. Secondo il Seac, la presenza del volontariato e delle realtà sociali all’interno degli istituti, come previsto dall’Ordinamento Penitenziario, “è parte integrante del percorso di reinserimento delle persone detenute: le iniziative culturali, educative e relazionali dovrebbero essere sostenute e facilitate e non rallentate da nuove procedure burocratiche”. Il Seac chiede che “siano garantiti tempi certi, procedure chiare e il pieno riconoscimento del ruolo del volontariato penitenziario, affinché le nuove disposizioni non compromettano la collaborazione tra istituzioni e società civile, e non venga meno l’obiettivo di rendere il carcere un luogo realmente orientato alla rieducazione e al reinserimento sociale”. Per questo il Coordinamento ritiene “indispensabile un confronto con gli organi competenti del DAP e del Ministero della Giustizia, nella convinzione che solo un dialogo costruttivo possa garantire un’applicazione delle nuove regole che riconosca e tuteli il ruolo e la missione del volontariato penitenziario”.