Vita consacrata: suor Brambilla (prefetta), “svegliare il mondo e ritornare al cuore per custodire speranza e fraternità”

“Svegliare il mondo” e “ritornare al cuore”: due immagini forti che, secondo suor Simona Brambilla, prefetta del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, “oggi risuonano come un programma di vita”. In un’intervista al Sir, la missionaria della Consolata spiega che “il verbo svegliare rimanda all’atteggiamento di chi aiuta a riprendere i sensi: si tratta di una espressione di cura, di chi si adopera perché i sensi umani, non solo esteriori ma anche interiori, possano aprirsi, riattivarsi, liberarsi da ciò che li può spegnere o intorpidire”. Al verbo “svegliare”, aggiunge, “si unisce il vegliare”, che indica “la recettività al movimento dello Spirito in sé stessi, negli altri, nella realtà, nella storia: il discernere, intercettare e seguire questa danza dello Spirito”. La vita consacrata, afferma suor Brambilla, è segno di una “attenzione profonda: di un ascolto attivissimo e umile che sa cogliere il sussurro o l’urlo silenzioso, il detto e il non detto”, e di “uno sguardo che sa vedere oltre le apparenze, che rintraccia anche nel buio le scintille di vita”. Per la prefetta del Dicastero, “tornare al cuore è tornare al centro, alla scaturigine della vita, al Dna spirituale, alla ragione profonda per la quale una famiglia di consacrati e consacrate è nel mondo”.

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