La Caritas diocesana di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado promuove un nuovo appuntamento della rassegna “Testimoni della carità e indagatori del mondo”, dedicato a quelle voci che, in nome del Vangelo, scelgono di abitare le frontiere più difficili della società.
Sabato 8 novembre, alle ore 11.15, presso la chiesa dei Cappuccini di Urbino, il giornalista e scrittore Tiziano Mancini intervisterà don Antonio Coluccia, sacerdote salentino, fondatore dell’Opera Don Giustino, “simbolo di un cristianesimo che scende per le strade a combattere contro lo spaccio, la criminalità e l’abbandono sociale delle periferie”, sottolinea il direttore della Caritas diocesana, il diacono Luigi Fedrighelli.
Da ex operaio di una fabbrica del Salento a sacerdote “di trincea”, “don Coluccia ha scelto di vivere il Vangelo là dove la vita sembra aver perso speranza: nei quartieri di San Basilio, Tor Bella Monaca e Quarticciolo, luoghi segnati da degrado, spaccio e violenza – prosegue Fedrighelli -. La sua è una vita dedicata ai poveri e agli emarginati, ma anche una testimonianza scomoda, che lo ha reso — come lui stesso riconosce — ‘un prete da eliminare’. Da anni vive sotto scorta, senza mai rinunciare al suo ministero di presenza, preghiera e lotta”.
“C’è una fase che mi preoccupa: la normalizzazione dei fenomeni criminali, l’assuefazione delle persone”, denuncia spesso don Coluccia.
“Le sue parole non sono uno slogan, ma un monito profetico per una società che rischia di convivere pacificamente con il male, smarrendo la capacità di indignarsi e di scegliere il bene”, evidenzia il diacono.
Durante l’incontro, don Coluccia racconterà il suo percorso umano e spirituale: dal lavoro in fabbrica alla conversione sacerdotale, dall’incontro con la povertà alla fondazione dell’Opera Don Giustino, che oggi accoglie e accompagna giovani, tossicodipendenti, famiglie ferite e vittime delle nuove povertà urbane.
Al termine dell’intervista, la Caritas diocesana di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado gli conferirà la medaglia “Testimone della Carità”, realizzata dall’artista Antonella Napolione, come riconoscimento per la sua opera di evangelizzazione e di coraggioso impegno sociale. Insieme alla targa, riceverà anche un dono simbolico realizzato da Manuel De March della bottega I Trucioli di Pinocchio.
Con questo evento la Caritas diocesana intende riaffermare che la carità è indagine del reale, è sguardo lucido e profetico sui drammi del mondo: un atto di amore, ma anche di verità.
Don Coluccia ne è il testimone vivente: un sacerdote che porta il Vangelo nei luoghi dove sembra non esserci più spazio per Dio, ricordando a tutti che la Chiesa è viva quando abita le periferie dell’uomo.