Lebbra: Lissoni (Aifo), “a 120 anni da nascita di Raoul Follereau, suo pensiero visionario è più vivo che mai e continua a guidare nostre azioni sociosanitarie”

“A 120 anni dalla nascita di Raoul Follereau, il suo pensiero visionario è più vivo che mai e continua a guidare le azioni sociosanitarie di Aifo, organizzazione di cooperazione internazionale impegnata nel garantire l’accesso alla salute e all’inclusione nel sud del mondo”: lo dichiara oggi Antonio Lissoni, presidente dell’Aifo. “La nostra organizzazione è nata grazie a migliaia di volontari che negli anni ’60 si sono attivati nell’aiuto ai malati di lebbra perché colpiti dal messaggio di Follereau. Pace e giustizia, lotta contro la lebbra e tutte le altre lebbre, ovvero le sue cause: discriminazione, povertà, esclusione, mancate cure e dignità. A distanza di anni il nostro impegno si è ampliato e prosegue lavorando con le popolazioni più vulnerabili. Nel 2022, attraverso 52 progetti, abbiamo raggiunto oltre 260.000 beneficiari diretti”.
Follereau, giornalista e scrittore francese, nato il 17 agosto 1903 a Nevers, ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo contribuendo a far chiudere i lebbrosari e a dare ai malati di lebbra cure e dignità, oltre che fondando associazioni che portano il suo nome. Egli ha portato avanti una lotta di liberazione dei malati di lebbra e una lotta alle ingiustizie sociali, promuovendo dignità e inclusione affinché nessuno restasse ai margini. La lebbra nei suoi discorsi ha da subito assunto un ruolo simbolico, rappresentando tutte le persone che la società mette ai margini privandole dei diritti fondamentali, a cominciare dalle persone con disabilità.
Proprio l’inclusione, insieme alla salute globale e alla dignità sono i tre pilastri della missione di Aifo nel mondo. Fondata nel 1961 a Bologna, Aifo è impegnata nel diffondere e rendere concreti i valori e il messaggio ancora attuale di Raoul Follereau, lavorando affinché a ogni individuo sia riconosciuta la dignità di essere persona e lottando contro le cause della discriminazione e dell’esclusione. “In Italia, grazie ai 38 gruppi di soci e volontari, promuoviamo azioni di sensibilizzazione e raccolta fondi per progetti sociosanitari. Per questo abbiamo bisogno di volontari che condividano con noi i valori della solidarietà e della giustizia sociale per proseguire nell’impegno di Follereau, costruire una società più giusta e inclusiva. L’epidemia del bene, di cui parlava Follereau, si può realizzare insieme”, sostiene il presidente di Aifo. È infatti possibile sostenere l’associazione con attività di volontariato in Italia. Aifo è presente in 11 Paesi con 54 progetti. Valorizza le risorse locali e mobilita reti di persone, comunità e istituzioni per produrre un cambiamento equo e sostenibile e contribuire al rafforzamento dei sistemi sanitari rendendoli inclusivi. Ogni progetto di Aifo è infatti costruito insieme alle persone vulnerabili ed emarginate per favorire la loro partecipazione attiva, insieme alle comunità locali perché siano inclusive e insieme alle autorità locali per lo sviluppo di politiche e programmi nazionali. Dal 1999 è riconosciuta come attore non statale in relazione ufficiale con l’Oms, ed è l’unica ong italiana ad avere questo riconoscimento.

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