Papa Francesco: a pellegrini diocesi Asti, “la parola ‘fraternità’ non è solo un bel modo di dire, un ideale per sognatori, ma ha un fondamento, Gesù Cristo”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Le radici sono importanti! E noi rendiamo grazie a Dio per il dono della vita e per quelli che ce l’hanno trasmessa. Ma soprattutto rendiamo grazie perché Gesù Cristo ci ha chiamato a far parte della sua famiglia, nella quale ciò che conta è fare la volontà del Padre che è nei cieli”. Lo ha detto stamattina Papa Francesco, ricevendo, in udienza nel Palazzo apostolico vaticano, i partecipanti al Pellegrinaggio della diocesi di Asti, ricordando la sua visita ad Asti, nel novembre scorso, per la festa di Cristo Re e sottolineando che “nella vostra terra ci sono le radici paterne della mia famiglia”.
E “questa nuova famiglia di Gesù, mentre dà un senso nuovo alle relazioni familiari – tra i coniugi, tra genitori e figli, tra fratelli –, nello stesso tempo fa ‘lievitare’ anche la vita della comunità ecclesiale e di quella civile. Ad esempio, fa crescere la gratuità, il rispetto, l’accoglienza, e altri valori umani”.
E qui ritrovo il senso dell’espressione “Fratelli tutti”, che “avete scelto come nome per il nuovo Ambulatorio destinato alle persone più svantaggiate”. “Fratelli tutti” vuol “dire che lì, in quell’ambiente, la famiglia la formeranno le persone che saranno curate insieme ai medici, agli infermieri e a tutti gli altri volontari che lavoreranno. Una famiglia per questo lavoro di curare i malati”.
E così, ha proseguito il Pontefice, “nella città, nei paesi, nelle parrocchie, la parola ‘fraternità’ non è solo un bel modo di dire, un ideale per sognatori, ma ha un fondamento, Gesù Cristo, che ci ha resi tutti fratelli e sorelle, e ha una strada, il Vangelo, cioè la via per camminare nell’amore, nel servizio, nel perdono, nel portare i pesi gli uni degli altri”.
Il Santo Padre ha voluto condividere con i pellegrini astigiani questo “spunto di riflessione”, “ripensando all’esperienza vissuta ad Asti”. “Vi ringrazio tanto di essere venuti; portate il mio saluto a quelli che non sono potuti venire”, ha aggiunto, concludendo: “Adesso preghiamo insieme il ‘Padre nostro’, e poi vi do la benedizione, a voi e a tutta la comunità diocesana. E mi raccomando, non dimenticatevi di pregare per me! Grazie”.

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