Colombia: cammino di pace sempre più in discussione. Attentato a due cooperanti spagnoli, rimasti illesi

Rischia di essere come la tela di Penelope il cammino di pace in Colombia, mentre il Governo di sinistra il primo della storia del Paese, presieduto da Gustavo Petro, rischia di non contare più in Parlamento su una solida maggioranza. In discussione sono anche le raccomandazioni della Commissione per il chiarimento della verità, presieduta dal gesuita Francisco De Roux. Dopo la conclusione del suo lavoro, infatti, tali raccomandazioni erano state comprese nel Piano nazionale di sviluppo. Una scelta contro la quale si è abbattuto la scorsa settimana un voto del Senato. Riferisce da Bogotá al Sir Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina: “Negli ultimi giorni sono accaduti fatti molto preoccupanti. Hanno sparato a due cooperanti spagnoli, (rimasti illesi), membri di International Action for Peace, a Barrancabermeja, mentre accompagnavano in forma di interposizione non violenta leader sociali minacciati di morte. Ancora, il 27 aprile due sconosciuti sono entrati nell’abitazione privata di Bogotá della vice presidente del collettivo Alvear Restrepo – che anche il cooperante ucciso nel 2020, Mario Paciolla, aveva accompagnato in un’azione di interposizione non violenta -, e hanno messo tutto a soqquadro, rovistando tra libri e documenti riservati sulla violazione dei diritti umani”. Da ultimo, il 2 maggio la senatrice Maria Fernanda Cabal (Centro Democratico, molto vicina all’ex presidente Uribe) è riuscita a far modificare dalla maggioranza del Senato l’articolo 8 del Piano nazionale di sviluppo, togliendo l’indicazione che lo Stato colombiano è tenuto a mantenere l’obbligo di rispettare, diffondere e implementare le raccomandazioni della Commissione della Verità. Il 3 maggio, però, la Camera dei deputati ha rigettato la decisione del Senato, ed è quindi stato al momento sentato l’attacco al lavoro della Commissione”. Secondo Morsolin, però, “questa assurda delegittimazione del lavoro svolto dalla Commissione e in particolare dal gesuita Francisco de Roux, diventa preoccupante, qui a Bogotá. C’è forte tensione contro noi che lavoriamo per la pace, amplificata dalla denuncia del gesuita Javier Giraldo, che in un’intervista ha spiegato le difficoltà a costruire una pace duratura e ha addirittura denunciato il pericolo di un colpo di stato contro il presidente Petro, considerando che nell’agosto 2022, prima dell’insediamento presidenziale, ben 51 generali si sono ritirati. Resta anche la preoccupazione per la forza di alcuni poteri forti, qui sono definiti ‘fácticos’, ‘di fatto’, come i paramilitari del Clan del Golfo, che di fatto destabilizzano le democrazie latinoamericane. Un segnale è la recente indagine del procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che ha portato a 130 arresti. L’indagine è durata 3 anni e indica il Clan del Golfo come produttore di droga e destinatario di armi”.

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