Antimafia: Palermo, siglato protocollo d’intesa tra la commissione regionale e i vescovi siciliani

(Ph. Sir)

La costituzione di un “Osservatorio permanente sulla diffusione della legalità”, con sede a Palermo presso la Conferenza episcopale siciliana, composto da cinque esperti nominati dai vescovi siciliani e cinque nominati dalla Commissione d’inchiesta e vigilanza dell’Assemblea regionale siciliana, che opereranno a titolo gratuito, e due nuovi centri di aggregazione in ogni diocesi diocesi della Sicilia: sono entrambe iniziative previste dal protocollo d’intesa stipulato oggi, nella Sala rossa di Palazzo Reale, nel capoluogo siciliano, da mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana, e Antonello Cracolici, presidente della Commissione antimafia dell’Ars.
Iniziative che, per mons. Raspanti, sono “lievito di legalità e fermento di coesione sociale”. Per il presule, infatti, “sconfiggere un fenomeno radicato come la mafia esige che le forze in campo collaborino tra loro e facciano rete per creare fervore culturale. È un problema di mentalità – aggiunge – che richiede una ferma presa di posizione da parte di tutti, per questo abbiamo lavorato per una collaborazione che sia sistemica e non episodica con la Commissione regionale antimafia”. Per il presidente Cracolici, “occorre creare una Caritas della legalità che servirà a rendere sistemico l’impegno per antimafia e a organizzare meglio il sistema di contrasto all’indifferenza, che è il primo esercito della cultura mafiosa”. “Dobbiamo realizzare delle reti di partecipazione e conoscenza – ha detto – per creare una cultura della solidarietà operativa in tutta la Sicilia e in grado di marginalizzare la reputazione dei mafiosi, devono sentirsi degli estranei nelle nostre comunità”.
L’idea comune è quella di “creare un sistema di impegno sociale, morale, civile che abbia la legalità come valore fondante della attività quotidiana”. Mentre per la Commissione la responsabilità dell’individuazione dei componenti è ripartita, i centri di aggregazione previsti dal protocollo saranno individuati dai vescovi, anche eventualmente potenziando e valorizzando gli oratori presenti sul territorio. Tutto ciò da realizzare in tempi brevi.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori