Slovenia: raccolta firme a sostegno di una legge sul fine vita. Il “no” della Conferenza episcopale, “si aprirebbe spazio agli abusi”

“L’introduzione di una distinzione tra vita umana “degna” e “meno degna” significa seppellire una conquista fondamentale della civiltà che garantisce l’inviolabilità di ogni vita umana. Si aprirebbe lo spazio agli abusi, soprattutto nei confronti delle persone più vulnerabili”. E’ quanto si legge nella Dichiarazione che la Commissione Giustizia e Pace presso la Conferenza Episcopale Slovena (CES) ha diffuso oggi, in occasione della raccolta firme a sostegno dell’introduzione della Legge sull’assistenza di fine vita volontaria.
La dichiarazione dal titolo “Per una cultura del rispetto di ogni vita umana” è stata presentata oggi a Lubiana durante una conferenza stampa. Nel testo, gli esperti della chiesa cattolica slovena fanno riferimento all’esperienza dei Paesi che hanno legalizzato l’eutanasia o il suicidio medicalmente assistito e sottolineano il rischio che la legge non possa “impedire che si commettano abusi”. Questi paesi – argomenta la Commissione – dimostrano come sia “evidente la logica del “pendio scivoloso”, che “inizialmente prevede l’eutanasia solo in casi estremi e che poi estende il diritto ad una popolazione molto più ampia”. Secondo gli esperti della Commissione “il disegno di legge, pur cercando di alleviare le sofferenze di pochi individui, introduce una serie di nuovi problemi per una società più ampia e si verificheranno numerose insidie nascoste, aprendo il potenziale per l’abuso nel settore della vita umana. Avvertiamo il rischio che l’adozione del disegno di legge cambi radicalmente la cultura del valore della vita umana”, si legge nella Dichiarazione. “Pensiamo in particolar modo alle pressioni celate per porre fine alla vita prematuramente, in quanto gli anziani, i malati e le persone vulnerabili potrebbero iniziare a sentire la possibilità, o addirittura il dovere, di porre fine alla propria vita, ‘sollevando’ così i loro cari e tutti coloro che si prendono cura di loro nel momento della vulnerabilità”. La Dichiarazione si conclude con un appello: “Chiediamo a tutti i cittadini della Repubblica di Slovenia di creare le condizioni in cui ogni persona alla fine della propria vita riceva cure adeguate, sollievo dal dolore e vicinanza umana”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori