Natalità: De Palo (Fondazione), “non ci vogliamo rassegnare a un’Italia triste e senza giovani”

“Sfatare alcuni ‘miti’ che circolano sulla natalità e che non ci aiutano a vedere la natalità nella sua realtà”. Lo ha detto, stamattina, Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la natalità, aprendo all’Auditorium della Conciliazione, a Roma, la terza edizione degli Stati generali della natalità, “evento – ha precisato – organizzato da mamme e papà, che a un certo punto della loro vita hanno deciso di non rassegnarsi e di fare qualcosa per i loro figli”. “Non ci vogliamo rassegnare – ha chiarito De Palo – a un’Italia più triste, a un’Italia senza giovani”. A proposito dell’inverno demografico, il presidente della Fondazione per la natalità ha osservato: “Stiamo andando a sbattere contro un muro senza avere la forza, la voglia e la capacità di sterzare”. Secondo De Palo il primo mito da sfatare è che “il tema della natalità sia solo di una parte, cioè di coloro che hanno una certa visione della società. No: la natalità è un tema che riguarda la salute economica e sociale di tutto il Paese. Non c’entrano i valori, che sono un surplus, non c’entrano gli schieramenti politici, c’entra invece cosa accade oggi e accadrà nel futuro di tutti noi, nessuno escluso”. Quest’anno, ha ricordato, “sono nati 392.598.000 bambini. Nel periodo della seconda Guerra mondiale ne nascevano più di 800mila, finita la Seconda Guerra mondiale più di un milione, quindi siamo arrivati a meno della metà di quanti nascevano durante la Guerra. Non solo: quasi 393mila sono i nati e 700mila sono i morti, ogni anno periamo una città come Bari. Se non cambia qualcosa crollerà tutto. Le aziende non avranno più clienti a cui vendere la propria merce. E se non ci saranno più lavoratori cosa ne sarà del Pil, chi produrrà ricchezza? E i media? A cosa serve la digitalizzazione, tutte le risorse messe sul Pnrr, se poi non nascono più nativi digitali? Lo sport? Ho letto recenti interviste del ct della Nazionale di calcio, Roberto Mancini, nelle quali diceva che mancano attaccanti. Problemi anche per le scuole”. Tirando le somme, De Palo ha evidenziato: “L’Italia è all’ottavo posto per quanto riguarda il Pil, eppure sappiamo che tra una ventina d’anni, se non cambia nulla, crollerà al 25° posto”. Il presidente della Fondazione ha rilevato che “la nascita di un figlio migliora anche la nostra cittadinanza. Una società più anziana ha come effetto non solo una minore forza lavoro, ma anche di una minore forza creativa. Ad esempio, io faccio la raccolta differenziata, non solo per rispettare delle regole comunali, ma per lasciare un futuro ai miei figli”.

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