Comunità energetiche: Nerozzi (Settimane sociali), “un’opportunità a livello pastorale e per la partecipazione di Chiesa e cristiani alla conversione ecologica”

“Quello delle comunità energetiche è diventato un progetto della Chiesa italiana. Sono un’opportunità a livello pastorale ma anche per la partecipazione della Chiesa e dei cristiani alla transizione energetica. Il seme gettato a Taranto sta fruttificando”. Lo ha affermato Sebastiano Nerozzi, professore associato di Storia del Pensiero economico all’Università Cattolica del Sacro Cuore e segretario del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici in Italia, in un’intervista al Sir sulle comunità energetiche.
“Il cammino – ricorda il docente – è iniziato a Taranto, con grandi aspettative e grande preveggenza. Il decreto legislativo 199/2021 è successivo alla 49ª Settimana sociale. Il processo legislativo che doveva compiersi in pochi mesi si è poi rivelato molto più lungo del previsto ed è ancora in essere e l’apparato normativo non è ancora interamente definito”. Per questa ragione, “stiamo aspettando che la bozza di decreto notificata alla Commissione Ue venga esaminata per capire se sarà approvata così com’è o andrà modificata”. “C’è quindi ancora uno spazio di incertezza”, commenta Nerozzi, individuando nel testo tre elementi “che, per come vanno configurandosi, destano qualche preoccupazione”: il primo riguarda il “contingente di 5 GW di potenza installata come totale degli interventi incentivati” che “copre una parte limitata del potenziale di sviluppo delle comunità energetiche e rappresenta una frazione non ingente del totale di GW di potenza da fonti rinnovabili che dovremmo raggiungere per centrare gli obiettivi di transizione energetica fissati in sede europea”; il secondo è dato dalla necessità di “definire meglio i caratteri delle Cers (comunità energetiche rinnovabili e solidali) per le quali abbiamo chiesto sia introdotta una ulteriore premialità rispetto alle altre Comunità energetiche in modo da poter svolgere in condizioni di parità attività di lotta alla povertà energetica e di inclusione sociale”; il terzo è relativo alla “logica dello scorporo in bolletta degli incentivi per ogni singolo cittadino” che “rischia di collidere con la natura della comunità energetica e minare la sua sostenibilità economica”.

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