Papa Francesco: p. Schopf, “in 10 anni ha mostrato un Dio giusto e misericordioso” mettendo al centro “migranti e rifugiati”

“Ognuno di voi, cari amici, porta una storia di vita che ci parla di drammi di guerre, di conflitti, spesso legati alle politiche internazionali. Ma ognuno di voi porta soprattutto una ricchezza umana e religiosa, una ricchezza da accogliere, non da temere. Molti di voi siete musulmani, di altre religioni; venite da vari Paesi, da situazioni diverse. Non dobbiamo avere paura delle differenze! La fraternità ci fa scoprire che sono una ricchezza, un dono per tutti! Viviamo la fraternità!”. Papa Francesco si rivolgeva così nel 2013, nella mensa del Centro Astalli, ai profughi. A rilanciarne le parole è p. Micheal Schopf, vicedirettore internazionale del Jesuit Refugee Service (Jrs.).
“Durante tutto il suo pontificato – scrive il gesuita insieme a Amaya Valcárcel Silvela nel numero 4.135 della rivista in uscita domani ma anticipata, come di consueto, al Sir – Papa Francesco ha mostrato e predicato un Dio di giustizia e misericordia. Ha messo al centro dell’attenzione le difficoltà che migranti e rifugiati devono affrontare in tutto il mondo, e lo ha fatto non solo a parole, ma anche con le azioni”. Un esempio recente ne è la visita, lo scorso febbraio, nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan, dove ha incontrato i leader delle comunità e gli sfollati. “A noi che viviamo nel benessere e nella sicurezza Francesco suggerisce di ascoltare le storie” dei migranti e di “cogliere il quadro completo del loro viaggio. Negli anni del suo pontificato, il Papa ha costantemente mantenuto questo impegno e ha espresso in modo chiaro e radicale la visione di un approccio alternativo e più umano alle sfide della migrazione involontaria”. Di qui il richiamo alla visita a Lampedusa, nel luglio 2013 quando parlò di “globalizzazione dell’indifferenza”; alla visita a Lesbo nell’aprile 2016 e alla conseguente creazione della Sezione migranti e rifugiati confluita, nel gennaio 2023 sotto la guida diretta del Papa, nel Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale.
“Nel suo andare incontro agli sfollati”, Francesco “sembra dirci che essi ci offrono una grande opportunità per scoprire parti nascoste dell’umanità e per approfondire la nostra comprensione delle complessità di questo mondo. È attraverso migranti e rifugiati che siamo invitati a incontrare Dio e a trovare un modello giusto per le nostre società, che offra un futuro per tutti, ‘anche se i nostri occhi fanno fatica a riconoscerlo”‘, conclude Schopf.

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