Messico: la polizia di Ciudad Juárez allontana con violenza i migranti dagli spazi della cattedrale. La protesta dei vescovi

Mercoledì scorso, la Polizia municipale di Ciudad Juárez (nello Stato messicano del Chihuahua, al confine con gli Stati Uniti) ha allontanato arbitrariamente i migranti che si trovavano nella cattedrale di Ciudad Juárez, “usando violenza e violando l’integrità fisica e psicologica delle persone”. La denuncia arriva dalla Pastorale per la Mobilità umana della Conferenza episcopale messicana, in una nota diffusa ieri. Durante l’operazione, diverse persone sono state aggredite dalla polizia municipale, provocando il ferimento di almeno un migrante. “La municipalità di Ciudad Juárez non è riuscita a progettare piani e strategie adeguati per l’assistenza alle persone nel contesto della mobilità umana, il che si traduce in violazioni dei diritti umani di coloro che sono in attesa di un appuntamento per regolarizzare la loro situazione migratoria in Messico, o in attesa di poter raggiungere gli Stati Uniti”, si legge nella nota.
La Pastorale della Mobilità umana “condanna fermamente questo tipo di azioni in cui si agisce arbitrariamente e senza rispettare i protocolli legali, violando i diritti umani delle persone”. “Presenteremo le relative denunce alle autorità competenti e contro i responsabili. È inammissibile che le autorità di qualsiasi livello di governo entrino in spazi di attenzione umanitaria per i migranti e violino questi spazi, che sono anche luoghi dedicati al culto religioso”.
Conclude la nota: “Chiediamo al presidente della Municipalità di Ciudad Juárez di stabilire protocolli di assistenza per i migranti in transito, al fine di rispettare i loro diritti umani e la loro integrità fisica e psicologica, di cessare le molestie agli spazi di assistenza umanitaria e di smettere di criminalizzare i migranti”.

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