Terremoto in Turchia e Siria: a un mese dal sisma la rete Caritas potenzia gli aiuti. Appello alla generosità dei fedeli

(Foto Caritas)

“In Siria, Paese che contava già 6 milioni di sfollati interni (molti dei quali nell’area colpita dal terremoto) e altri milioni di rifugiati all’estero, a causa della guerra civile scoppiata nel 2011, la Caritas nazionale, supportata dalla rete internazionale Caritas e grazie anche al contributo di 15 volontari provenienti dal confinante Libano, è intervenuta – si legge nel comunicato diffuso da Caritas Ambrosiana – soprattutto a sostegno delle tante parrocchie che hanno accolto nelle loro strutture famiglie rimaste senza casa”. La distribuzione di beni di sostentamento (alimenti, acqua, materassi, coperte, kit per l’igiene) si è concentrata in particolare nelle zone di Aleppo e di Littoral, raggiungendo anche gli sfollati in scuole, moschee, palestre e campi spontanei. “Anche in questo caso, si sta approntando un programma di interventi per i prossimi mesi: nell’area terremotata Caritas Siria conduceva già progetti di accoglienza, di assistenza sanitaria e di riabilitazione psico-sociale per gli sfollati di guerra, che saranno potenziati o rimodulati, mentre per il medio-lungo periodo si stanno ipotizzando interventi di ricostruzione delle abitazioni e delle infrastrutture (in particolare scuole), azioni di riabilitazione economica, progetti di sostegno a individui e comunità”.
Caritas Italiana ha sostenuto il primo mese l’intervento in Turchia e Siria inviando propri operatori, con i quali è in continuo contatto anche Caritas Ambrosiana. “Dopo che la Conferenza episcopale italiana ha stanziato 500mila euro per far fronte agli aiuti immediati e di promuovere una colletta nazionale che si svolgerà domenica 26 marzo in tutte le Chiese italiane, Caritas Ambrosiana ha deciso di elevare a 100mila euro il proprio contributo alle azioni supportate da Caritas Italiana”. Nelle prossime settimane verranno definiti obiettivi più specifici per l’intervento di media e lunga prospettiva: “l’appello alla generosità di fedeli e cittadini rimane vivo, le donazioni di oggi sono un piccolo ma determinante mattone, per consentire un domani di aiuto fraterno, di ricostruzione sostenibile, di ricomposizione delle comunità e di riconciliazione oltre i conflitti”.

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