Naufragio nel crotonese: mons. Anselmi (Rimini), “Dare lavoro anche a chi viene da lontano vuol dire aiutare a non salire sui barconi di Cutro”

(Foto ANSA/SIR)

“Dare lavoro anche a chi viene da lontano vuol dire dare speranza a tante persone, aiutare a non cadere nella disperazione, a non salire sui barconi di Cutro”. È quanto scrive mons. Nicolò Anselmi, vescovo di Rimini, in un messaggio “In memoria del naufragio di Cutro” diffuso oggi dalla diocesi romagnola. “Il nostro territorio – spiega il presule – specialmente nel periodo estivo, offre molte possibilità di lavoro legate al turismo, senza dimenticare l’industria, il commercio, l’agricoltura. Il nostro mare, le nostre spiagge, le nostre strutture ricettive e di ristorazione danno lavoro sia a italiani sia a stranieri. Sono certo che una buona parte degli stipendi dei nostri fratelli e sorelle stranieri vengano inviati ai loro familiari che vivono in Paesi molto meno fortunati di noi. In gran parte del mondo l’istruzione e la sanità sono a pagamento, non accessibili a tutti, diversamente da quanto accade a noi, fortunati privilegiati dalla Provvidenza”. “Dare lavoro anche a chi viene da lontano” per mons. Anselmi, “vuol dire dare speranza a tante persone, aiutare a non cadere nella disperazione, a non ‘salire sui barconi di Cutro”. Nel messaggio il vescovo ringrazia “tutti coloro che, nelle scuole, nello sport, nelle associazioni, nelle parrocchie (insegnanti, allenatori, educatori, laici e religiosi), si spendono per un’integrazione capace di realizzare quanto chiesto da Papa Francesco fin dal titolo di una celebre enciclica: essere Fratelli tutti”. “Desidero ringraziare i genitori e le famiglie che hanno accolto, e in alcuni casi adottato nel loro nucleo familiare, bambini senza famiglia, orfani di guerra, abbandonati provenienti da paesi poveri o sconvolti dalla guerra. Questi genitori – sottolinea il vescovo – sono spesso andati incontro a situazioni di grande difficoltà, ma il loro gesto di amore fa bene a tutti noi e non sarà dimenticato da Dio”. Un ringraziamento particolare mons. Anselmi lo rivolge anche ai “riminesi che danno la loro vita nei paesi poveri, in Zimbabwe, in Albania, in Mozambico, in Indonesia, nelle Filippine; nella nostra diocesi sono nati tre istituti religiosi femminili e altre associazioni che hanno missioni in molti paesi del mondo e con la loro presenza aiutano a non far cadere nella disperazione chi è vittima della carestia, della violenza e dell’ingiustizia”. Il messaggio si chiude con un invito a pregare “perché al più presto finiscano le guerre in Russia, in Ucraina, in Africa, nel mondo intero; che le armi diventino inutili; che i soldi spesi per gli armamenti diventino ospedali, scuole, officine in Afghanistan, Iraq, Pakistan, Senegal, Siria, Nigeria, Libia e in tutti quei paesi da cui tanti fratelli e sorelle partono, strappando legami affettivi, rendendo difficile la possibilità di farsi a loro volta una famiglia, in mezzo a mille difficoltà. Dio ha un progetto di felicità per ognuno di noi. Beato chi si impegna con lui per realizzarlo!”.

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