Quaresima: mons. Russo (Velletri), “sviluppare il metodo della conversazione spirituale”

“La parola che ci ha lasciato è uno dei doni più grandi dell’amore del Signore per noi e il miracolo che avviene ogni volta che ci mettiamo davanti alla Parola di Dio ‘disarmati’, senza giudizi e preconcetti, senza filtri, è quello della conversione in figli”. Lo scrive il vescovo di Velletri-Segni, mons. Stefano Russo, nel suo messaggio per la Quaresima. “Si, siamo figli, rigenerati continuamente dalla Sua Parola e questa è la condizione indispensabile che ci permette di continuare ad ascoltare il Signore riconoscendo la sua voce anche nei fratelli soprattutto nei volti e nelle storie di coloro che hanno bisogno di aiuto”, aggiunge citando il messaggio del Papas per la Quaresima 2023.
Il vescovo indica nell’ascolto la dimensione che “esalta un’altra dimensione importante di questo tempo speciale, la prossimità che si fa carità attraverso parole, gesti e azioni di accoglienza e solidarietà”. “Sarebbe bello in conseguenza di questi atteggiamenti, veder crescere il già significativo numero di volontari che mettono a disposizione parte delle proprie giornate nelle Caritas e nelle tante situazioni che la fantasia dell’amore suscita nelle nostre comunità”. Un’altra occasione concreta, indicata da mons. Russo, sarà quella di domenica 26 marzo (V di Quaresima) giornata in cui in tutte le chiese italiane è indetta una colletta nazionale quale segno di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti, ai bisogni materiali e spirituali, delle popolazioni terremotate della Turchia e della Siria. “C’è poi un altro aspetto che Papa Francesco collega al processo sinodale: ‘l’ascolto di Cristo – dice – passa anche attraverso l’ascolto dei fratelli e delle sorelle nella Chiesa’, quell’ascolto reciproco che in alcune fasi è l’obiettivo principale ma che comunque rimane sempre indispensabile nel metodo e nello stile di una Chiesa sinodale”. “Da questo punto di vista, il cammino sinodale ci sta consegnando un metodo, quello della conversazione spirituale, che attraverso l’impegno di tanti sta portando in diversi casi frutti sorprendenti. Dobbiamo crederci: superata la comprensibile difficoltà del primo passo spesso si aprono strade impensabili e affascinanti. L’invito è quello di allargare sempre più il cerchio di queste conversazioni a partire dai Consigli pastorali parrocchiali per poi attivarli in quelle situazioni che lo Spirito continua ad indicare ai suoi figli”.

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