Perù: il nunzio Gualtieri alla presidente Boluarte, “intervenire sulle cause che generano la protesta, serve vero dialogo”

(Foto: Presidenza della Repubblica del Perù)

“I manifestanti sono principalmente persone provenienti da regioni rurali, urbane e amazzoniche che per anni sono state ‘invisibilizzate’, emarginate o trascurate, e i loro diritti di cittadini sono stati ignorati. Certo, la violenza contro le persone, contro la proprietà pubblica e privata non è mai giustificabile, è una perdita per tutti, la violenza non costruisce, distrugge soltanto; però bisogna intervenire sulle cause che la generano, e neutralizzarla facendo sempre prevalere la forza del diritto, mai il diritto della forza”. Così il nuovo nunzio apostolico in Perù, mons. Paolo Rocco Gualtieri, alla presidente, Dina Boluarte, in occasione degli auguri per il nuovo anno, a nome del Corpo diplomatico.
Un discorso, quello del nunzio, in gran parte incentrato sulle proteste e le violenze che da settimana stanno investendo il Paese, con un lascito di oltre sessanta morti. “Di fronte a questa situazione – ha detto ancora il nunzio -, ci si chiede cosa dovremmo fare. Penso di esprimere il pensiero dei miei colleghi e dei rappresentanti degli Organismi internazionali quando dico che, prima di tutto, dobbiamo riflettere profondamente. sulle cause che ci hanno portato a questa situazione in cui viviamo. Io la definirei una riflessione purificatrice, necessaria in modo personale, ma. anche comunitario e istituzionale”. Ha proseguito mons. Gualtieri: “Solo insieme, accettandoci l’un l’altro, con un vero dialogo, che non si limiti a pura conoscenza, ma vada oltre, un dialogo inteso come via per camminare insieme, potremo lavorare e costruire il futuro del Perù, costruire insieme un Paese ‘di tutte le stirpi’, come diceva lo scrittore peruviano José Maria Arguedas”. L’invito del nunzio ha coinciso con un’altra giornata in cui le proteste sono proseguite, sia a Lima che nel sud del Paese. La presidente Boluarte è sempre più nell’occhio del ciclone, a causa della repressione considerata sproporzionata e della decisione di inviare l’esercito nella regione di Puno. I gruppi di sinistra hanno presentato in Parlamento una richiesta di impeachment per “indegnità morale” nei confronti della presidente.

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