Papa Francesco: “farsi vicini agli ultimi” significa costruire “comunità unite e solide”

(Foto Vatican Media/SIR)

Promuovere il “bene integrale della persona, nelle sue dimensioni fondamentali: materiale, intellettuale, morale e spirituale”. È il primo invito del Papa ai membri dell’Associazione Italiana Fondazioni ed Enti filantropici (Assifero), ricevuti in udienza in occasione del 20° anniversario. “Vicinanza, compassione e tenerezza”, le tre parole pronunciate a braccio per descrivere lo stile di Dio. “È qualificante che l’assistenza materiale miri ad emancipare le persone, rendendole protagoniste della loro crescita, nello sviluppo delle loro capacità e delle loro doti, sia a livello individuale che comunitario”, ha detto Francesco: “Il tutto poi secondo sani principi etici, perché la crescita economica avvenga nella solidarietà e nella giustizia”. In secondo luogo, il Papa ha raccomandato ai presenti “l’ascolto delle comunità locali”, affinché il loro intervento “non si riduca ad un aiuto sporadico, ma ponga semi per il futuro là dove la gente vive, nelle situazioni che la Provvidenza vi indica”. L’umiltà dell’ascolto, così inteso, per Francesco “è un elemento fondamentale dell’agire per il bene comune, a maggior ragione quando vi permette di farvi portavoce delle istanze dei più deboli presso le pubbliche istituzioni”. Terzo valore: la vicinanza agli ultimi. A questo proposito, Francesco ha citato un proverbio che dice: “una catena è tanto forte quanto il suo anello più debole”. “Farsi vicini agli ultimi, chinarsi sulle loro ferite, farsi carico dei loro bisogni, è porre buone fondamenta nella costruzione di comunità unite e solide, per un mondo migliore e per un futuro di pace”, la tesi del Papa.

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