Papa Francesco: udienza, “Gesù ha nostalgia di coloro che se ne sono andati, noi li vediamo come avversari o nemici”. “Pastori del gregge, non di noi stessi”

foto SIR/Marco Calvarese

“Il cuore pastorale soffre, il cuore pastorale rischia”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi pronunciata in Aula Paolo VI, durante l’udienza generale del mercoledì, e dedicata allo zelo apostolico. “Dio soffre per chi se ne va e, mentre lo piange, lo ama ancora di più”, ha spiegato Francesco: “Il Signore soffre quando ci distanziamo dal suo cuore. Soffre per quanti non conoscono la bellezza del suo amore e il calore del suo abbraccio. Ma, in risposta a questa sofferenza, non si chiude, bensì rischia: lascia le novantanove pecore che sono al sicuro e si avventura per l’unica dispersa, facendo così qualcosa di azzardato e pure di irrazionale, ma consono al suo cuore pastorale, che ha nostalgia di chi se n’è andato. La nostalgia di coloro che se ne  sono andati”. “E noi, quando sentiamo che qualcuno ha lasciato la Chiesa, diciamo: ‘che si arrangi’”, la denuncia a braccio del Papa: “Gesù ti insegna la nostalgia di coloro che se ne sono andati. Gesù ha nostalgia di noi, e questo è lo zelo di Dio: non rabbia o risentimento, ma un’irriducibile nostalgia di noi. È lo zelo di Dio”. “E noi abbiamo sentimenti simili?”, ha chiesto Francesco: “Magari vediamo come avversari o nemici quelli che hanno lasciato il gregge. ‘Ha lasciato la fede, lo aspetta l’inferno’, e stiamo tranquilli”. “Incontrandoli a scuola, al lavoro, nelle vie della città, perché non pensare invece che abbiamo una bella occasione di testimoniare loro la gioia di un Padre che li ama e che non li ha mai dimenticati?”, la proposta: “Non per fare proselitismo, ma per camminare insieme. Evangelizzare non è fare proselitismo. Fare proselitismo è una cosa pagana, non religiosa o evangelica. C’è una parola buona per loro e abbiamo l’onore e l’onere di essere noi a dire quella parola. Perché la Parola, Gesù, questo ci chiede: di avvicinarsi sempre, col cuore aperto, a tutti, perché Lui è così. Magari seguiamo e amiamo Gesù da tanto tempo e non ci siamo mai chiesti se ne condividiamo i sentimenti, se soffriamo e rischiamo in sintonia con il suo cuore pastorale!”. “Non si tratta di fare proselitismo perché gli altri siano dei nostri – questo non è cristiano –  ma di amare perché siano figli felici di Dio”, ha ribadito il Papa: “Chiediamo nella preghiera la grazia di un cuore pastorale, aperto, di essere vicini a tutti per portare il messaggio del Signore e anche sentire per loro la nostalgia di Cristo. Perché, senza questo amore che soffre e rischia, rischiamo di pascere solo noi stessi. Pastori di se stessi, invece di essere pastori del gregge”.

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