Economia: Eurofound, salari minimi diminuiti nei Paesi Ue. Nel 2022 l’inflazione peserà sugli assegni

Nel 2021 i salari minimi sono diminuiti nella maggior parte dei Paesi europei. È quanto emerge dal rapporto di Eurofound Minimum wages 2022. “In un contesto di inflazione che ha colpito i Paesi europei, i lavoratori con salario minimo in 15 dei 21 Stati membri con salario minimo legale hanno registrato un calo delle retribuzioni in termini reali tra il 1° gennaio 2021 e il 1° gennaio 2022”. Questa diminuzione è avvenuta “nonostante gli aumenti relativamente consistenti dei tassi nominali nell’Ue durante il periodo”. Nel dettaglio, in termini nominali, i salari minimi legali sono aumentati in misura maggiore rispetto all’anno precedente nella maggior parte degli Stati membri. Le percentuali più significative si registrano nell’Ue centrale e orientale: Ungheria (19,5%) e Lituania, Estonia, Romania e Croazia (tutti oltre il 10%). In altri Paesi, i salari minimi sono, invece, aumentati in modo più modesto, con gli incrementi maggiori che hanno raggiunto il 4-6% in Portogallo, Spagna e Belgio. Tuttavia, “l’inflazione ha annullato l’impatto di questi aumenti nella maggior parte degli Stati membri”. Secondo l’analisi, se le attuali tendenze dell’inflazione continueranno, “nel 2022 i salari minimi cresceranno a malapena in termini reali in tutti i Paesi, e le perdite significative della capacità di acquisto diventeranno un tema dominante, a meno che la questione non venga affrontata con ulteriori incrementi o altre misure di sostegno per i lavoratori a bassa retribuzione nel corso dell’anno”.
Al momento, il rapporto indica che solo in Danimarca, Lettonia e Norvegia sono in corso dibattiti tra gli attori nazionali su “come promuovere la contrattazione collettiva e aumentare la copertura della contrattazione”. Eppure, la direttiva Ue sui salari minimi prevede che gli Stati membri elaborino piani d’azione per promuovere la contrattazione collettiva.

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